Le strade furono una delle nervature fondamentali della civiltà romana, prima della Repubblica e poi dell’Impero. Sulle vie consolari viaggiavano le legioni, le merci, gli scambi culturali tra paesi e popoli diversi. Adesso parliamo della via Aurelia. Pubblichiamo tre articoli di Maria Luisa Berti sulla via consolare che partiva da Roma, attraversava le regioni dell’Italia centrale e settentrionale per arrivare fino in Gallia. Il 25 settembre è uscito il primo pezzo, oggi 3 ottobre è il turno del secondo.
Vicino alla via Castel di Guido c’è Lorium che nella Tabula Peutingeriana compare come stazione di posta sulla via Aurelia al XII miglio da Roma. Qui sono stati rinvenuti resti di costruzioni e tombe di un borgo romano.
Sulle colline circostanti dovevano sorgere varie ville e, presso la Villa dell’Orbitella, è stato ritrovato un impianto termale con pavimenti in mosaico del II-III secolo. Le ville dell’Olivella e delle Colonnacce erano ricche di affreschi, colonne e mosaici.
Al chilometro 42, nella località Ad Torres, segnata come posta sulla Tabula Peuntigeriana, una grande villa imperiale presenta vasche e un impianto termale decorato con mosaici a tessere bianche e nere, raffiguranti scene marine, ora al Museo di Villa Giulia. Nella zona sono visibili un tratto della via consolare in basolato, un ponte romano sul fosso Cupino e i resti di un sepolcro del VII sec. a.C.
Usciti da Roma, stazioni importanti erano Caere (Cerveteri), Centumcellae (Civitavecchia) e Forum Aurelii (Montalto di Castro). Caere controllava un ampio territorio ed era ricca e potente grazie agli scambi commerciali con Cartagine e con l’antica Grecia. Tra le necropoli etrusche ivi ritrovate, quella della Banditaccia presenta delle tombe preromane con frammenti di affreschi.
Resti dell’antica via consolare, con una stele che ricorda gli interventi di Settimio Severo e di Caracalla, sono stati ritrovati nel promontorio di Santa Marinella, dove era l’antica Pyrgi, il porto di Caere.
Grazie agli scavi, guidati da Massimo Pallottino nel 1957, in questa zona fu ritrovata un’area sacra con resti di due templi, di terrecotte architettoniche tra cui una gigantomachia. In seguito nel 1964 furono rinvenute tre lamine d’oro con iscrizioni in lingua etrusca e fenicia in onore della dea Uni (la Giunone romana e la Astarte fenicia) e dedicatele dal re di Caere, Thefarie Velianas.
Centumcellae, l’attuale Civitavecchia, sorse intorno al grande porto militare costruito da Traiano nel 106 a.C., che aveva due moli e un’ampia darsena, ancora in uso, dove si possono osservare i resti di antichi magazzini (gli horrea). Il porto è opera di Apollodoro di Damasco, l’architetto del foro romano e delle terme traianee. Per seguire i lavori Traiano volle far erigere una villa, i cui resti si trovano a pochi chilometri dalla città, nell’area archeologica delle Terme Taurine: si tratta di un vasto complesso termale con vari ambienti di soggiorno usati anche da Marco Aurelio e Commodo. Qui vicino ci sono ora le terme di Ficoncella.
Forum Aurelii, ad ovest di Vulci, era il centro del commercio fra la costa e l’interno dell’Etruria. Il territorio di Vulci era vasto e comprendeva: Orbetello, Saturnia, Pescia, Sovana, Castro, Pitigliano e Marsiliana. Nel III secolo a.C. i Romani erano entrati in guerra con Vulci, l’avevano sconfitta (280 a.C.) e avevano occupato gran parte del territorio dove avevano costruito la colonia romana di Cosa (all’Orbetello), le prefetture di Saturnia e Statonia, e Forum Aurelii. Oggi si possono visitare i resti dell’abitato di Vulci nel Parco Archeologico con le terme, le porte d’accesso, l’acquedotto, il foro romano, il tempio e l’arco in onore di Publius Sulpicius Mundus, senatore romano.
Secondo articolo – Segue