Nella Chiesa di Santa Maria della Salute in Via Cavallotti, a Medicina, è stata inaugurata il 26 novembre 2023 la mostra del Presepe di Wolfango Peretti Poggi, grande pittore bolognese e artista eclettico. All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Medicina Matteo Montanari, il presidente del Consiglio comunale con delega alla Cultura Enrico Caprara e il vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna, monsignor Stefano Ottani.
«In occasione delle festività natalizie -ha dichiarato Enrico Caprara- abbiamo pensato che il presepe di terracotta del famoso artista bolognese Wolfango potesse aiutarci a vivere le tradizioni della nostra terra e a riscoprire i veri valori di questo periodo dell’anno. L’artista creò questo presepe a partire dal 1964 così da ricostruire per i suoi figli il fascino dell’attesa del Natale. Con grande piacere accogliamo questa opera d’arte a Medicina, in un ambiente a sua volta suggestivo e di grande valore artistico come la Chiesa della Salute. Siamo convinti che il presepio di Wolfango verrà apprezzato da tutti coloro, medicinesi e non, che avranno l’occasione di visitarlo».
La mostra sarà aperta fino al 7 gennaio 2024 con i seguenti orari: venerdì ore 15-19/ sabato ore 10-13 e 14-18. Sono previste aperture straordinarie nelle seguenti date: 8 dicembre 2023 e 6 gennaio 2024 ore 10-13 e 14-18; nei giorni 13, 25, 26 dicembre 2023 e il 1° gennaio 2024 ore 15-19. Le visite guidate sono state organizzate l’8 e il 22 dicembre 2023 e il 6 gennaio 2024 alle ore 16. L’esposizione, curata dalla figlia dell’artista Alighiera Peretti Poggi, è stata organizzata dal Comune di Medicina in collaborazione con la Fondazione Donati Zucchi e con il patrocinio dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Città Metropolitana di Bologna e dal Nuovo Circondario Imolese.
Nella piccola Chiesa della Salute sono state sistemate trenta delle duecento statuine del presepe allestito in una stanza della casa-studio di Wolfango, in via Santo Stefano 70, dove il pittore si trasferì nel 2006. Vi sono esposti i suoi quadri acrilici, alcuni di grandi dimensioni, disegni, acqueforti e la preziosa raccolta di illustrazioni dedicate alla Divina Commedia. Queste straordinarie illustrazioni sono state esposte dal 17 aprile al 18 novembre 2023 presso la Biblioteca Classense di Ravenna, e l’editore Minerva le ha voluto immortalare nel libro “Il Dante di Wolfango”. Lo stesso editore ha pubblicato un libro anche sul presepe dell’artista.
Wolfango cominciò a plasmare le prime figurine, quelle della Natività, dopo la nascita della figlia Alighiera, ricordando gli insegnamenti dello zio Peppino, suo amato mentore. Da lui aveva imparato a modellare la creta. Purtroppo il presepio dello zio, che aveva procurato tanta gioia a Wolfango bambino, andò distrutto durante un bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale.
Quando l’artista decise di riprendere la tradizione del presepe per dare alla sua prima figlia la stessa gioia di lui bambino, purtroppo nelle bancarelle di Santa Lucia si trovavano solo oggetti di plastica. Da qui la decisione di mettersi al lavoro, lavoro che iniziava a novembre e che, nel tempo coinvolse ambedue i figli, Alighiera e Davide, che lo accompagnavano meravigliati al grande forno. Coinvolgere i suoi bambini ha regalato loro momenti magici e gioiosi.
Come racconta Eleonora Renda nel suo libro Wolfango, oltre i colori, «l’artista si era così recato da un certo Nipoti, che fabbricava coppi e tegole e che gli aveva venduto dei pezzi di creta da venti e più chili l’uno con i quali il pittore, improvvisandosi figurinaio, aveva cominciato a modellare i primi fondamentali personaggi di ogni presepio: la Natività e i Re Magi.
Una volta essiccate, Wolfango aveva portato le figure a far cuocere per poi dipingerle e posizionarle in casa, sopra un cassone, con grande felicità di Alighiera. Da quel momento, dalla voglia di rendere omaggio alla tradizione di infanzia che tanto lo aveva fatto sognare e che nei ricordi lo legava ancora con tanto affetto allo zio Peppino, era allora cominciata una nuova tradizione…. Dal 1964 ogni anno, infatti Wolfango aveva continuato a progettare e creare nuove figure per i suoi figli e per il suo presepio, che si è arricchito nel corso del tempo e conta oggi quasi duecento pezzi».
La figlia di Wolfango ricorda che il padre plasmava i pani di terra creta su di un trespolo, poi li lasciava essiccare, coperti con panni umidi per non far crepare le statuine. Ogni statuina veniva poi tagliata a metà e svuotata con una spatola a fil di ferro, la miretta, per non farla scoppiare durante la cottura. Poi Alighiera e il fratello Davide intervenivano con una specie di colla, creata con la creta polverizzata e l’acqua, per assemblare le due parti. Si procedeva ad una seconda cottura per ottenere la terracotta, che veniva colorata, dapprima con le tempere e poi, dal 1968, con i colori acrilici che da allora Wolfango continuò ad usare per le sue creazioni artistiche.
Franco Lambertini, in un post su Fb, dopo l’inaugurazione della mostra, scrive: «Mè a sàn agnòstic, mo am piès al presèpi! questa era l’ormai nota affermazione con cui Wolfango presentava le statuine in terracotta da lui realizzate e facenti parte del suo personalissimo presepio-larario. L’inarrestabile creatività dell’artista bolognese, unita alla sentita passione per il presepio, hanno fatto sì che Wolfango si facesse attivo interprete della secolare arte dei figurinai…. Personaggi internazionali e icone del territorio bolognese, create dalle mani del Maestro pittore e nelle vesti di figurinaio, fanno bella mostra all’interno di questa chiesa, edificata dal 1728 su disegno di Ferdinando Bibiena e arricchita da statue di Angelo Piò».
Quello di Wolfango, infatti, è un presepe lariano. Sull’Altare Maggiore della Chiesa di Santa Maria della Salute è posta la Natività e, davanti all’altare, ci sono il pastore con le pecore e altri animali, il dormiglione, il pifferaio, lo zampognaro e i Re Magi. Nelle cappelle laterali da una parte si possono ammirare Papa Giovanni, Santa Caterina de’ Nigri, Padre Marella che ha fatto tanto per i poveri; mentre dall’altro lato l’Arcangelo Michele protegge le Due Torri (e oggi la Garisenda ne ha proprio bisogno), nel mezzo Gandhi per un augurio di pace e infine il Sindaco Dozza che regge tra le mani la città di Bologna.
Come si legge sul sito della Chiesa «Il paesaggio umano che circonda Gesù, Giuseppe e Maria nel Presepio di Wolfango è un bizzarro, sorprendente impasto di sacro e profano, storia e contemporaneità, fantasia e realtà…».
La bellezza e l’espressività di queste figurine fanno rivivere anche i nostri ricordi, fanno riflettere sul passato e sul presente e mi fanno immaginare un futuro in cui la complessità dell’animo umano, nel bene e nel male (che non sono poi così distanti) potrà creare una maggiore empatia verso gli altri. La bellezza dell’arte, della musica, della poesia… ci salverà?
FONTI
https://www.comune.medicina.bo.it/wp-content/uploads/2023/11/PresepioWolfangoMedicinapieghevole.pdf
https://www.mywhere.it/67309/wolfango-presepe-libro.htm
https://www.facebook.com/search/top/?q=presepio%20Wolfango
https://www.facebook.com/search/top?q=alighiera%20peretti%20poggi
https://www.comune.medicina.bo.it/il-presepio-di-wolfango-a-medicina-2/
https://www.facebook.com/franco.lambertini.12