La Corte dei Conti accusa il Campidoglio per i ritardi sui progetti finanziati con i fondi europei del Pnrr. Secondo i giudici contabili, Roma si trova in «situazione estremamente critica».
Andando avanti di questo passo, sarà difficile rispettare i tempi previsti dal cronoprogramma presentato dal Comune per la realizzazione delle opere. Il problema è che il mancato rispetto dei tempi previsti per la realizzazione di un’opera finanziata con il Pnrr comporta automaticamente la perdita dei fondi.
Se questo è il timore espresso dai magistrati contabili dopo l’analisi delle carte, c’è poi da sottolineare che i responsabili della sezione di controllo incaricata di monitorare la situazione non hanno fatto sconti al sindaco Gualtieri. Al quale, senza troppi giri di parole, viene imputata la «complessità della governance» messa in piedi in occasione del Pnrr. Una «macchina farraginosa» che «penalizza l’attuazione dei progetti nei tempi previsti». Il problema è che Gualtieri «avrebbe dovuto avvalersi della Giubileo Spa» e invece «ha deciso di affidarsi al Comune di Roma che poi si è servito di Invitalia e della Giubileo». In una spirale infinita di cui adesso si vedono le conseguenze.
Stando così le cose, i magistrati contabili hanno fatto capire di non credere nemmeno ai nuovi cronoprogrammi fissati per le opere che il Campidoglio ha rinviato al 2024. Con una «compressione della fase esecutiva» – è scritto nel report – che almeno sulla carta avrebbe bisogno di un «tempo superiore a quello oggi previsto».
E se l’amministrazione capitolina assicura che entro l’anno prossimo riuscirà a impiegare il 50 per cento della spesa prevista, bisogna sottolineare che nemmeno questa promessa convince la Corte dei Conti. Infatti, osservano i controllori, «quanto realizzato in un anno e mezzo (2023 e sei mesi del 2022) sembra troppo poco per poter raggiungere l’obiettivo». Ed eccoci alla stoccata finale: i progetti Pnrr consegnati dal Campidoglio alla Corte dei Conti (per lo più digitalizzazione di siti archeologici, dai Fori Imperiali alle aree del Teatro Marcello e di Torre Argentina) sono «pochi e scarsamente dettagliati»…