La nuova scommessa di Marco Rizzo si chiama “Democrazia Sovrana e Popolare”. Il 27 e 28 gennaio terrà il congresso nazionale a Roma, nell’Hotel Ergife. L’obiettivo è di presentare una lista elettorale per il voto europeo del prossimo 9 giugno.
Marco Rizzo, in passato più volte deputato, ha dedicato la sua vita politica a un comunismo declinato in modo intransigente, non accettando il crollo dell’Unione Sovietica. È stato cossuttiano nel Pci; con lo scioglimento del partito di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer è passato a Rifondazione comunista, poi al Pdci. Quindi è finito nel Partito comunista fondato negli anni 2000.
“Democrazia Sovrana e Popolare” avrà «due leader», lo stesso Rizzo e Francesco Toscano, annuncia un comunicato stampa. Marco Rizzo è euroscettico. È contro la globalizzazione, i grandi gruppi multinazionali, la Nato. Esalta «la novità critica alle cosiddette “sinistra” e “destra” che sono solo due facce del totalitarismo liberista e globalista».
Sui temi del sovranismo, della pace, della lotta contro la guerra nei mesi scorsi si è anche avvicinato a Gianni Alemanno, ex Msi, ex An, ex sindaco di Roma del centro-destra. Ha respinto le critiche a chi gli rimproverava la possibile alleanza con un esponente della destra. A chi gli contestava l’eventuale accordo con un “fascista” rispondeva che il sovranismo popolare è contro «la falsa sinistra e la falsa destra» subalterne degli Stati Uniti, dei grandi poteri internazionali.
La possibile intesa con Alemanno sembra sfumata, forse anche perché Moni Ovadia ed Elena Basile si sono chiamati fuori. Certo è difficile conciliare sinistra e destra sia pure nella versione sovranista e populista.
Rizzo e Alemanno, divisi o uniti, comunque andrà a finire, nelle elezioni europee dovranno fare i conti con una agguerrita concorrenza: con le forze sovraniste di destra al governo (Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, la Lega di Matteo Salvini) e di sinistra movimentista all’opposizione (il M5S di Giuseppe Conte oscilla tra europeismo e sovranismo).