Le scale mobili ferme, i montascale inutilizzabili e gli ascensori fuori servizio nelle stazioni delle tre linee metropolitane romane (gestite dalla municipalizzata Atac) sono sotto gli occhi di tutti. È una situazione inaccettabile per la capitale d’un Paese che si suppone avanzato. Ma anche un’immagine che la dice lunga sui ritardi del Campidoglio, in attesa del Giubileo 2025 e dei “miracoli” promessi dal sindaco Gualtieri per l’apertura del Grande Evento.
Intendiamoci, il degrado della capitale non è un problema di oggi. La decadenza dura da anni. Comunque sia, nel caso d’un trasporto pubblico di massa come quello della metro, la cosa è ancora peggiore, perché investe la sicurezza e l’accessibilità della popolazione più fragile. Ossia, centinaia e centinaia di migliaia di passeggeri disabili e anziani con difficoltà di deambulazione.
I numeri mostrano che – complici i “lavori di ammodernamento” in corso da mesi – buona parte delle fermate metro romane presentano impianti fuori servizio.
Ecco un quadro sintetico. Tra scale mobili ferme, montascale inutilizzabili e ascensori sotto revisione, la linea “A” a inizio 2024 presenta problemi nelle stazioni di: Cornelia, Lepanto, Spagna, Colli Albani, Porta Furba. Con le tre fermate successive accomunate dall’ascensore fuori servizio per revisione. Situazione simile sulla linea “B”, dove le stazioni di Annibaliano, Quintiliani, Cavour e Circo Massimo hanno problemi di accessibilità. Sempre per montascale non attivi, scale mobili ferme, ascensori fuori servizio.
L’Atac si giustifica sostenendo di aver notevolmente ridotto il numero di impianti fuori servizio e, comunque, di essere stata costretta a recuperare un deficit di manutenzione accumulato da anni. Ma la realtà spesso fa a pugni con l’ottimismo aziendale. Come dimostra l’ultimo caso, un autentico paradosso. Dove parecchi ascensori appena rimessi in funzione, e quindi teoricamente funzionanti, sono tornati «fuori servizio». Stavolta per mancanza del personale di sorveglianza necessario a garantirne la sicurezza.
Vediamo di che si tratta. Tutto comincia il 23 ottobre del 2018, quando la scala mobile della stazione metro di Repubblica crolla sotto il peso dei tifosi del Cska Mosca, in trasferta Champions a Roma. Ci sono 25 feriti, alcuni gravi. Così il Campidoglio decide che, da quella tragedia sfiorata in poi, per ogni impianto di traslazione deve esserci la vigilanza di almeno un agente di stazione. Il problema è che adesso, con l’Atac sotto organico del 20 per cento, mancano una cinquantina di “addetti alla sicurezza”. Così, senza agenti a presidio di scale mobili, ascensori e montascale, molti degli impianti appena riaperti sono stati subito richiusi…