Craxi, ventiquattro anni fa

L’ospedale militare di Tunisi

L’hanno operato. All’ospedale militare di Tunisi gli danno dato tutta l’assistenza che possono a Bettino Craxi, da Milano sono arrivati i medici del San Raffaele; per un puntiglio imbecille e cattivo la procura di Milano ha creato le condizioni per impedire che fosse operato in Italia, in ben altre e migliori condizioni.

Ora in qualche modo “riposa”. Telecamere spente, servizi trasmessi a Roma, i Tg andati in onda, gli articoli scritti e stampati. I giornalisti calati come falchi – o avvoltoi – per qualche ora danno tregua. I figli come tutti i figli avrebbero fatto, per lunghe ore con noi, un po’ “sorvegliano”, un po’ cercano di difendere quel loro padre trattato come un toro in arena, accerchiato da zelanti picadores impegnati a scagliare banderillas prodromo del colpo finale.

Bettino Craxi, Bettino Craxi parla alla Camera

Bettino Craxi parla alla Camera

È un momento di quiete, penombra, seduti nel pavimento di coccio dell’ampio salone della residenza del corrispondente dell’Ansa, che ci ospita per cena. Ci si ritrova in due soli, per caso, non ci si è cercati. Naturalmente si bisbiglia del padre, un cercare di capire e spiegarsi. Non sono mai stato iscritto al suo partito, anche se in più di un’occasione l’ho votato e dai giorni del sequestro Moro gli ho dato fiducia.

Per qualche anno mi sono anche allontanato dal mio, di partito, non condividendo le aspre polemiche accese da Marco Pannella; poi, senza lavoro, il suo giornale mi ha accolto; sull’Avanti! ho potuto scrivere articoli in sostegno di Israele quando il Partito era fortemente critico con quel paese; difeso Giorgio Forattini da una polemica accesa da Ugo Intini; scritto del mio amore per John Wayne, benevolmente rimbrottato in privato da Antonio Ghirelli ma solo dopo che l’articolo era comunque stato pubblicato… poi al Tg2 se si fosse opposto per dare spazio a uno dei suoi, non ci sarei mai entrato…

Antonio Di Pietro interroga Bettino Craxi

Forse, dopo il suo gran bell’intervento alla Camera dei deputati, ha sbagliato le mosse successive…

«Cioè».

Si è dimesso da segretario del Partito…

«Come poteva restare, ormai?».

Avrebbe forse dovuto continuare a fare il segretario e dimettersi da parlamentare, rinunciare all’immunità…

«E così farsi arrestare? Quello avrebbero fatto. A Milano erano pronti ad azzannarlo alla gola…».

Ecco: volete arrestarmi? Sono qui. Arrestate pure il segretario del PSI, fatene il capro espiatorio di tutti e tutto

«L’avrebbero fatto. Non c’è da dubitare di questo».

 Dopo qualche giorno, ne sarebbe uscito alla grande…

«No, ne sarebbe uscito dentro una bara. In carcere avrebbero trovato il modo di ammazzarlo».

Davvero lo credi?

«Lo crede lui, lo credo anch’io».

Non ho argomenti per replicare a questa affermazione/convinzione così secca, decisa. E comunque: a che pro ormai? Irrilevante la mia incredulità sul fatto che si sarebbe potuti giungere a quell’estremo; col senno di poi, vai a sapere se era mia ingenuità il trovare incredibile quello scenario ipotizzato, scongiurato con il rifugiarsi ad Hammamet di Bettino Craxi. Incredulo allora. Ma ora che scrivo non mi sento più di escluderlo.