Domenica 18 febbraio Il Corriere della Sera ha scritto una bella pagina di giornalismo. Aldo Cazzullo, che sa come fare le domande e soprattutto come cavarne risposte non banali, intervista Rino Formica, storico leader del Partito Socialista: uno che sa quello che dice e soprattutto se dice qualcosa ci ha pensato bene.
Formica è stato uno stretto collaboratore di Bettino Craxi; sornione e apparentemente svagato Cazzullo a un certo punto lo sollecita sulla stagione di Tangentopoli o Mani Pulite che dir si voglia. Lo stesso Formica si è trovato impigliato direttamente in quella vicenda: «Fui assolto con formula piena, insussistenza del fatto, su richiesta del Pubblico Ministero in aula; il che provò che i PM avevano costruito un processo politico sul nulla».
Già questo è materia per una riflessione che attende di essere fatta. Ma c’è un altro passaggio dell’intervista che cattura l’attenzione. Nel momento del massimo scontro tra Craxi e la Procura di Milano, Formica annuncia che il segretario socialista dispone di quello che definisce un poker d’assi sul conto dei magistrati di Mani Pulite che avrebbe ribaltato la situazione.
Cazzullo glielo ricorda; chiede a cosa si riferiva con quell’espressione. «Alle informazioni», risponde Formica, «che i servizi e la polizia avevano fornito a Giuliano Amato, che era presidente del Consiglio».
Sornione Cazzullo insiste: quali informazioni? Come le avevano raccolte? Serafico Formica risponde: «Erano segnalazioni sul traffico telefonico dei componenti del pool».
Inevitabile la domanda stupita di Cazzullo: i servizi spiavano i magistrati di Mani Pulite? Ancora più serafico Formica conferma: «I servizi hanno come compito controllare tutto quello che avviene attorno al potere. Anche Mussolini era intercettato, i servizi ascoltavano le sue conversazioni con la Petacci. Certo, il confine tra la tutela delle istituzioni e l’intrigo è sottile. Dipende dall’uso che se ne fa».
Ancora Cazzullo: cosa avevano scoperto i servizi? Risposta: «Che un po’ tutti i magistrati del pool non erano stinchi di santo. Non solo Antonio Di Pietro. Ognuno aveva il suo corrispondente esterno: politico, religioso, internazionale. E ognuno aveva la sua ambizione: chi voleva fare il presidente del Consiglio, chi il Presidente della Repubblica…».
Chi voleva fare il Presidente della Repubblica? Formica non si sottrare: «Ovviamente, il capo del pool». Borrelli? Non credo proprio. L’ex esponente del Psi costata: «Quando un magistrato appare in tv e dà ordini al Parlamento, già agisce come un aspirante Capo di Stato».
Al di là delle deduzioni di Rino Formica e delle vere o supposte ambizioni di Borrelli e degli altri magistrati del pool di Mani Pulite, il loro operare in omaggio al convincimento che il fine giustifica il mezzo (e invece non ci si stancherà mai di ripeterlo: i mezzi qualificano il fine), è la questione del poker d’assi che merita attenzione: cioè i servizi che spiano (Formica dice controllano) quello che avviene attorno al potere; un potere spiato; e il risultato di quello spionaggio riferito al potere medesimo che è costituito da un numero variabile di fazioni che di volta in volta si alleano o si combattono. Ovviamente per conquistare o detenere il potere; di questa “famiglia” di poteri la magistratura effettualmente fa parte, logico che sia “controllata”.
Nel caso specifico, il pool di Mani Pulite, il fatto che non fosse composto da “stinchi di santo”, era poi riferito al presidente del Consiglio dell’epoca: Amato; fin qui… Ma questo “poker d’assi” come arriva a Craxi e Formica? O è lo stesso Amato a raccontarlo, o sono gli autori del “controllo” che si sentono in dovere di farlo.
Non si è così ingenui da non sapere che queste cose accadevano, accadono, accadranno. Quella del “controllo” e l’uso di questo “controllo” è pratica di sempre. Ma incuriosisce Formica quando con nonchalance butta lì: «Ognuno aveva il suo corrispondente esterno: politico, religioso, internazionale». Politico, ci può stare: magari qualcuno dei partiti che Mani Pulite ha trattato con qualche delicatezza, nonostante fosse anch’esso beneficiario di ingenti finanziamenti; dall’estero e da imprenditori finiti tragicamente. Ma il referente religioso? Si possono escludere valdesi, testimoni di Geova, comunità ebraiche. Resta il Vaticano. Chissà… Ancora più interessante i corrispondenti internazionali: americani, russi, inglesi? Chi?
Quel poker d’assi non è comunque stato sufficiente a salvare Craxi, morto in esilio in Tunisia, dopo che gli è stato perfino impedito di potersi curare in un ospedale attrezzato, da libero. Il pool e i referenti del pool avevano deciso e così è stato.