Il 30 maggio 1924 il coraggioso discorso alla Camera contro Benito Mussolini di Giacomo Matteotti, il 10 giugno il rapimento e l’assassinio da parte di una squadraccia fascista. A 100 anni dall’omicidio del deputato socialista, segretario del Psu (Partito socialista unitario) il Museo di Roma tiene una mostra su Matteotti a Palazzo Braschi.
L’esposizione “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” resta aperta dal primo marzo al 16 giugno. Ripercorre la vita di Matteotti dagli esordi giovanili alle battaglie per la democrazia, all’opposizione al fascismo, di cui aveva compreso fra i primi la natura totalitaria, fino al brutale omicidio.
Il leader socialista il 30 maggio 1924 denunciò le violenze, le intimidazioni, i brogli realizzati dal regime fascista nelle elezioni politiche del 6 aprile di quell’anno. Chiese l’annullamento della consultazione elettorale nel suo discorso alla Camera, interrotto dalle urla dei deputati fascisti. Undici giorni dopo fu rapito e ucciso a Roma, a 39 anni, mentre si stava recando a Montecitorio per un altro discorso contro il fascismo. L’Italia fu traumatizzata dall’omicidio e il regime fascista per qualche mese barcollò. Benito Mussolini prima si disse indignato per l’assassinio ma poi se ne assunse la paternità politica all’inizio del 1925. E il fascismo divenne piena dittatura con lo scioglimento dei partiti e dei sindacati, con la cancellazione della libertà di stampa e di parola, con la chiusura della Camera dei deputati e l’abolizione delle libere elezioni. Fu la fine della democrazia.
La mostra su Matteotti a Palazzo Braschi espone materiali inediti. La rassegna annovera documenti originali: fotografie, manoscritti, oggetti, libri d’epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d’arte, sculture, ceramiche, quadri, nonché brani musicali dedicati al leader politico. La mostra, promossa da Roma Capitale, rende omaggio al martire socialista.
«Con la profonda dignità e l’alto senso civico dimostrati in un tragico momento della nostra storia, Matteotti –sottolinea un comunicato stampa- è diventato l’archetipo dell’avversario tenace e incorruttibile del fascismo. Un esempio il suo, animato da un solido imperativo morale e da un forte slancio civile, che ancora interroga la vita politica e culturale del nostro Paese».
C’è la necessità di non dimenticare figure come quella di Matteotti, uno strenuo difensore della libertà e della democrazia fino all’estremo e lucido sacrificio della vita. «L’intento della mostra –precisano gli organizzatori- è quello di restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia e di far conoscere alle nuove generazioni, con approfondimenti multimediali, iniziative formative e linguaggio immediato, un politico e intellettuale di notevole valore».
R.Ru.