Voglio scrivere su due questioni che hanno punti di ideale e virtuosa unione: la guerra alla mafia e l’impegno per la Cultura. Per la prima, oggi 21 marzo si celebra la “Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime delle mafie”. Questo Paese, purtroppo, spesso ha la memoria corta e con ingenerosa facilità tende a dimenticare il sacrificio dei buoni.
Noi tutti siamo chiamati, invece, a ricordare perennemente chi ha sacrificato il bene supremo per contrastare il cancro mafioso e difendere le Istituzioni, a qualunque livello territoriale. Gli operatori economici e sociali, incluse le associazioni di qualsiasi natura e scopo, sono chiamati a impegnarsi, lottare e vincere contro le mafie e la mentalità mafiosa. E lo devono dire, anzi lo devono gridare pubblicamente, perché chi si sottrae, o è timido o, peggio ancora, sta in silenzio o si gira dall’altra parte e fa finta di non vedere ciò che accade nel Paese e in casa propria, viene meno a un impegno d’onore e di civiltà etica e giuridica.
Per la seconda questione, invece, voglio citare una piccola casa editrice di un mio caro amico, la Tipheret di Mauro Bonanno, che da un lembo della Sicilia (Acireale) sta meritoriamente cercando, in ambito esoterico e simbologico, di far affermare la luce della Cultura in un ambiente notoriamente difficile e di esportarla anche al di là dello Stretto di Messina.
È uno sforzo che richiede la profusione costante di grandi energie, determinazione, caparbietà e tanto sacrificio. E soprattutto merita di essere premiato e non certo osteggiato da atteggiamenti partigiani senza senso e dignità.
Ecco il punto di unione virtuosa e ideale: lottare contro le mafie e la mentalità mafiosa significa dare visibilità, voce e premio anche a chi diffonde la Cultura, perché l’attività che più temono le mafie è proprio la diffusione della conoscenza.
Chi sa e ama è per la Libertà, per la Democrazia e per il futuro. Chi non sa, chi si gira dall’altra parte, chi sta in silenzio e chi ostacola la conoscenza, è ideologicamente connivente e nega il futuro.