Durante l’estate si svolge a Bologna la nuova edizione della rassegna “Burattini a Bologna con Wolfango”, favolissima, con la direzione artistica di Riccardo Pazzaglia.
Sabato, 29 giugno, alle 20, ci sarà l’inaugurazione. Dopo il saluto della madrina, Bruna Zamboni, sarà rappresentato Giove Giove, cui seguiranno scene tratte dallo spettacolo L’Alice di Wolfango nel paese delle meraviglie, tra cui LA BELA GIGIA, con il brucaliffo cui darà voce Duilio Pizzocchi. Ci sarà anche la performance di un burattinaio di 10 anni, Enrico Fava. Gli spettacoli intendono recuperare il repertorio favolistico, che ebbe tanto successo nell’Ottocento grazie ai burattinai di Angelo Cuccoli, e saranno valorizzate da videoproiezioni, musica dal vivo e teatro d’attore. Attraverso i più famosi burattini bolognesi, Fagiolino e Sganapino, si vuole trasmettere un messaggio importante: la comprensione e il rispetto delle diversità e la loro inclusione.
Riccardo Pazzaglia ha sempre avuto una grande passione per i burattini fin da bambino, come scrive nella pagina di apertura del suo libro, “Burattini a Bologna-La storia delle teste di legno”. Spiega: «All’asilo facevo i burattini!/Da sotto la cattedra della maestra,/ facevo i burattini!/Quando venivano i nonni a casa,/facevo i burattini!/Quando andavo a trovare mia cugina Silvia,/facevo i burattini!/Quando mia cugina Silvia veniva a casa mia,/facevo i burattini!/Forse comincio a capire chi mi definisce monotono…/Riccardino».
È stato allievo di Demetrio Presini, detto Nino, che con la sua baracca a Palazzo d’Accursio fece conoscere i personaggi del teatrino dei burattini ad un folto pubblico bolognese. Spesso alla domenica ci portavo i miei figli e, ricordo, si divertivano molto, e anch’io. Una gioia vedere tanta allegria sui volti dei bambini e sentire le loro risate. Capocomico della Compagnia Burattini di Riccardo e fondatore di Burattini a Bologna, Pazzaglia ha creato un vasto repertorio di farse, commedie, favole, drammi, leggende e opere liriche, rappresentate dal vivo in Italia e all’estero. Grazie a lui il teatro dei burattini ha raggiunto una notevole popolarità tra bimbi e adulti e ha contribuito a far conoscere altri burattinai, tra cui il piccolo Enrico Fava.
I Burattini di Riccardo, infatti, hanno partecipato con lo spettacolo Lo sbruffone punito (in italiano e con parti in dialetto bolognese) al Festival International de Commedia Dell’arte de Nice, che dal 20 giugno al primo agosto, vuole metter in evidenza l’arte teatrale italiana del XVI secolo: gesti, parole e maschere, acrobazie, giocoleria, scherma, mimo, canti e danze. La performance dei burattini bolognesi ha riscontrato un notevole successo.
Salvaguardare la tradizione è importante per Pazzaglia che ebbe a scrivere: «Molti la vedono come qualcosa di polveroso, come il cassetto della nonna che sa di lavanda. Ma niente è più sbagliato di ciò. La tradizione non sta mai ferma, si muove lentamente, in modo antropologico. La tradizione è la cosa più moderna che conosco e il futuro forse è proprio ciò che ci siamo dimenticati e che la tradizione ci può aiutare a recuperare».
Perché Wolfango? Wolfango Peretti Poggi, il pittore di grandi quadri e illustre disegnatore, era un artista eclettico e amava i burattini che lui stesso costruiva. Il maestro frequentava assiduamente gli eventi e gli spettacoli curati da Riccardo e, in quelle occasioni, è nata l’amicizia con i suoi figli, Alighiera e Davide. Sono di Wolfango le illustrazioni del libro di Pazzaglia Burattini a Bologna, la storia delle teste di legno, e ci sono disegni delle maschere dell’arte, curati da Alighiera, e foto dei burattini da lui costruiti.
Nell’introduzione al libro si legge: «… i burattini sono lo specchio di Bologna e parte integrante della sua immensa, eterogenea e a volte tormentata anima».