L’inchiesta di Fanpage.it su cosa pensano i giovani di Fratelli d’Italia su ebrei e antisemitismo ha davvero messo il dito nella piaga e risvegliato le braci che covavano sotto la cenere.
Al di là del cattivo gusto, delle battute triviali e irripetibili ha tracciato un solco, tra nostalgici e innovatori, al punto tale che oggi rischia di prendere fuoco tutta una area. Giorgia Meloni è stata per giorni in evidente imbarazzo e in difficoltà e la soluzione comunicativa che ha trovato è stata come la pezza peggiore del buco. Non solo perché molti iscritti non hanno visto di buon occhio le sospensioni e le espulsioni dei militanti e dei dirigenti interessati dalla inchiesta giornalistica ma anche perché nessuno crede al fatto che esistano degli agenti esterni provocatori che istighino queste dichiarazioni per poi sbatterle in prima pagina sui giornali.
«Mi dispiace, ma Giorgia Meloni proprio non mi convince quando denuncia l’esistenza di incursori che penetrano all’interno del suo partito e si è addirittura rivolta a Mattarella. Fratelli d’Italia non è una setta segreta e i suoi dirigenti sul piano politico generale devono sostenere le stesse cose che dicono al chiuso di una sezione». Chiosa secco Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà e direttore di Civiltà Socialista.
Gli fa eco da sponda opposta, il Barone Nero Roberto Jonghi Lavarini, che coglie l’occasione per candidarsi a sindaco di Milano proprio per protestare contro l’ipocrisia e il perbenismo dei dirigenti meloniani e addirittura chiede le dimissioni del capogruppo alla Camera Donzelli. «Un nutrito gruppo di dirigenti e amministratori locali di Fratelli d’Italia, oltre ad un notevole stuolo di militanti – ribadisce il Barone Nero – mi ha contattato per esprimermi il loro dissenso nei confronti di Donzelli e Crosetto, e la loro solidarietà alle ragazze e ai giovani, vittime sacrificali, espulsi dal partito. Anche loro mi hanno proposto di candidarmi a sindaco di Milano. Ne parlerò innanzitutto con i miei amici e sostenitori, e poi con i dirigenti lombardi di Fiamma Tricolore, Forza Nuova e Indipendenza. Fosse veramente utile per squarciare il velo di ipocrisia e insopportabile perbenismo, sono disponibile a scendere in campo a Milano con una lista civica di destracentrosinistra assolutamente trasversale e dirompente, di protesta e alternativa popolare, che possa pescare nel dissenso sistemico e nell’astensionismo. Perché il 50 per cento che oggi non va più a votare esprime un voto contrario alla classe dirigente, urla un no sonoro e disperato alla offerta politica scadente che si trova oggi sulla scheda elettorale. Sono disponibile a mettere in gioco la mia persona per dare una alternativa a tutte queste persone».
Di opinione diametralmente opposta è invece il fondatore di Area Blu, che ci tiene ad affermare le proprie origini ma vuole buttare il cuore oltre l’ostacolo e non rimanere ancorato agli arditi e al Duce. «Da militante del MSI prima e di An poi, ma soprattutto da convinto sostenitore delle idee di Pinuccio Tatarella – precisa Pietro Diodato – ritengo urgente e doveroso chiedere l’intervento della Fondazione Alleanza Nazionale in merito alla deriva estremista che ha intrapreso Fratelli d’Italia rinnegando i principi fondamentali della sua costituzione con la svolta di Fiuggi. Trovo poco convincenti, infatti, le teorie di Giorgia Meloni secondo cui Fratelli d’Italia sarebbe vittima di incursioni di esterni che per non ben meglio precisate ragioni vorrebbero far credere che FDI ha posizioni antisemite. L’esistenza di queste posizioni antisemite è peraltro confermata anche dal Barone Roberto Lavarini Jonghi che rivendica con orgoglio le posizioni a mio parere inaccettabili dei ragazzi della inchiesta di Fanpage.it. Ho recentemente scritto un libro di passione, idee e militanza “La destra tradita” di cui consiglio a tutti la lettura perché attraverso di essa si possono rivivere fasi cruciali della storia della destra di questo Paese. Credo che oggi il nostro impegno civico di uomini e di donne di destra sia quello di portare avanti il messaggio di Tatarella. Personalmente mi impegnerò come Area Blu, insieme a tanti militanti della destra come me, a promuovere dibattiti e momenti di riflessione che consentano di conservare la memoria ma soprattutto di guidare la trasformazione democratica della destra, che è pronta per la sfida europea e per rivendicare appieno il suo ruolo di governo. Diciamo dunque basta alla sindrome di accerchiamento e alla cultura del sospetto e del complotto. Diciamo invece SI a ruoli di governo in cui la destra possa essere protagonista e artefice di una realtà migliore, in continuità con la svolta di Fiuggi indicata da Tatarella».
Dello stesso parere Gianfranco Fini che sull’inchiesta di Fanpage.it commenta: «Oscenità impensabili, Giorgia Meloni deve fare di tutto per estirpare quel virus». Un fatto è certo: a destra le pedine e le idee sono in movimento. Sarà interessante vedere come saprà interagire il neo europarlamentare Roberto Vannacci che mediaticamente da oltre un anno sta gestendo la propria immagine da leader e che ha preso da solo più voti di un piccolo partito. Saprà e vorrà Vannacci unire quelle anime che albergano a destra e non hanno più una casa politica? Saprà essere comun denominatore di quegli elettori che non vanno più a votare, delusi da una Meloni troppo di centro e preoccupati da un Salvini troppo schiacciato sulla vuota propaganda? Ai posteri l’ardua sentenza.