La strage di Ustica aspetta ancora giustizia. 27 giugno 1980, il volo IH 870 parte da Bologna diretto a Palermo. Il Dc 9 Itavia non atterrerà mai nel capoluogo siciliano. Alle 20.59 ogni comunicazione è interrotta con i controllori di volo delle torri radar. L’aereo di linea precipita nel Mare Tirreno nei pressi di Ustica.
È una strage: si contano 81 morti. A 44 anni di distanza ancora non c’è un responsabile, manca sempre una verità ufficiale. Sergio Mattarella nell’anniversario della strage esprime «profonda solidarietà» alle famiglie delle vittime. Assicura: l’Italia continuerà a cercare la verità e a chiedere «collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quanto avvenne». Il capo dello Stato non fa ipotesi sulle cause della tragedia. Non nomina i «Paesi amici» per cercare di giungere alla verità ma, probabilmente, si rivolge in primo luogo alla Francia. Soprattutto chiama in causa il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron.
L’ipotesi più accreditata per la strage di Ustica, avanzata più volte, è quella di un missile francese. Le ipotesi bomba a bordo e cedimento strutturale da tempo sono svanite. Un aereo militare d’oltralpe per un errore avrebbe abbattuto il Dc 9 Itavia. Giuliano Amato rilancia questa possibilità l’anno scorso. Il governo Meloni contiene le fibrillazioni, osserva un atteggiamento prudente. L’ex presidente del Consiglio, già sottosegretario alla presidenza nel Consiglio nel governo Craxi, non usa giri di parole: «La versione più credibile è quella della responsabilità dell’Aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra nei nostri cieli la sera del 27 giugno».
Parigi e Washington vogliono uccidere Muammar Gheddafi accusato di terrorismo. Bettino Craxi, secondo Amato, svela il piano al leader libico e lo salva. Il 27 giugno 1980 probabilmente, secondo l’ex presidente del Consiglio, il missile è diretto a uccidere Gheddafi in viaggio su un Mig libico, ma invece per errore colpisce e distrugge il Dc 9 Itavia. Fallisce l’obiettivo di Francia e Stati Uniti di eliminare il colonnello Gheddafi, secondo il racconto di Amato.
Cosa è effettivamente accaduto la sera di 44 anni fa nei cieli tra le isole di Ponza e Ustica? Processi e commissioni d’inchiesta non sono approdate a nulla. Un fatto è sicuro: la sera del 27 giugno 1980 è in corso una esercitazione Nato in quella zona del Mare Tirreno con la partecipazione di Francia e Stati Uniti. Per qualcuno a sparare il missile sarebbe stato un aereo militare francese decollato da una portaerei di Parigi o da una base della Corsica. Il ministero degli Esteri francese replica alla requisitoria di Amato in modo molto diplomatico: «Su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso».
Adesso né Parigi né Washington né altre nazioni rispondono a Mattarella. Macron non interviene anche se ha buoni rapporti personali e politici con il presidente della Repubblica Italiana. Probabilmente, almeno per ora, il mistero, anzi i misteri su Ustica continueranno a restare tali.