Titoli di giornali amici – o comunque non ostili – alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein come Repubblica: «Calcio, abbracci e una chitarra. Così Elly, leader pop che si prende la piazza. Non solo la partita del Cuore: la dem cambia pelle e prepara un tour contro l’astensionismo».
Calcio e abbracci si riferiscono alla ormai famosa partita di calcio in cui si produceva anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi e alla fotografia che li ha immortalati sorridenti; preludio, si è ipotizzato di un ritorno di Renzi in quell’orbita detta “campo largo” che Schlein teorizza e cerca di realizzare. Un “tutti insieme appassionatamente” che potrebbe andare da Renzi e Emma Bonino fino a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, compreso il camaleontico Giuseppe Conte.
Non è che si debba essere pregiudizialmente contrari alle coalizioni, a patto che non siano mere sommatorie di sopravvivenza fini a se stesse: operazioni sterili, l’esperienza dimostra che quando si fanno questo tipo di manovre si va poco lontano. A un elettore, soprattutto se deluso e frustrato, tentato dall’astensionismo, se lo si vuole conquistare alla propria causa, si devono dare soluzioni ai problemi che vive, ipotesi non tanto di astratta unità contro qualcuno o qualcosa, quanto concrete unioni in favore di qualcosa da conquistare, difendere, tutelare.
Un possibile banco di prova per Schlein è questo: ha detto di volersi ispirare all’azione politica del nonno, il compianto senatore socialista Agostino Viviani. Viviani è stato anche componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura.
Tra le molte iniziative parlamentari di Viviani l’essere stato proponente, unico firmatario, del disegno di legge sulla responsabilità civile del magistrato, «per porre un argine all’uso incontrollato e spesso illegale della funzione giurisdizionale». La proposta non aveva precedenti legislativi e dette luogo ad ampie discussioni nonché a polemiche ed attacchi specie da parte dell’Associazione Magistrati.
A questo proposito, si può ricordare il libro intervista di Antonio Giulio Loprete, Ingiustizia e illegalità di Stato in Italia, nel quale si affrontano i problemi relativi al processo penale, con particolare riferimento all’uso ed all’abuso del principio del libero convincimento. Già da allora Viviani poneva anche il problema dell’eccessivo credito dato ai “pentiti” e le conseguenze negative che possono derivarne a carico di persone innocenti (erano gli anni del “caso Tortora”).
Pubblica poi La degenerazione del processo penale in Italia, testimonianza della sua esperienza di penalista; il libro raccoglie e commenta una serie di casi di “ordinaria ingiustizia”.
Al Consiglio Superiore della Magistratura sostiene la necessità della separazione delle funzioni e delle carriere dei Pubblici Ministeri da quelle dei Giudici: «Nonostante la forza notevolissima della corporazione dei magistrati, io credo che si arriverà alla separazione; si arriverà magari attraverso un passaggio, ‘separazione delle funzioni’ ma tutti rimangono nell’Ordine giudiziario; o anche separazione più profonda; si arriverà a questo per una ragione semplicissima: perché gli abusi che stanno facendo alcuni Pubblici Ministeri che ormai si considerano intoccabili, sono tali, dunque, che non è possibile concepire che poi quel magistrato vada a fare il Giudice». E denuncia con forza le derive (corporativismo, abusi, privilegi e politicizzazione) in atto nell’ambito della Magistratura.
Si può chiedere a Schlein se condivide queste battaglie del nonno e se fanno parte degli obiettivi del suo campo largo? E ancora: Schlein, PD, campo largo, per quale legge elettorale intendono battersi? Ancora e sempre “nominati”?