Se la triade “Dio-Patria-Famiglia” viene fatta sventolare ovunque nelle campagne elettorali della destra dentro e fuori i confini dell’Ue, quello che sta accadendo negli Usa tra i populisti Usa non ha eguali. Dopo il fallito attentato a Trump, negli Usa accade qualcosa che va oltre la sottolineatura identitaria della destra. Infatti c’è un chiaro tentativo di trasformare il candidato repubblicano alla presidenza della maggiore democrazia dell’Occidente in una figura messianica.
In Italia non siamo ancora a questo punto, anche se l’accostamento della destra alla fede vanta numerosi esempi. A cominciare da quelli abbastanza recenti che hanno visto come protagonisti Salvini e Meloni. Il 20 agosto del 2019 Matteo Salvini, seduto sugli scranni del Senato, bacia ripetutamente un rosario durante uno dei passaggi più duri del discorso con cui Giuseppe Conte conferma le sue dimissioni da capo del governo gialloverde. Poi, replicando al premier che lo accusa per questo accostamento tra «slogan politici a simboli religiosi», ostenta la propria fede con un: «Chiederò la protezione di Maria finché campo…». Ed eccoci a Giorgia Meloni che l’11 ottobre 2021 all’assemblea di Vox, l’estrema destra spagnola, sale sul palco e arringa i presenti così: «La nostra identità è sotto attacco, ma non lo permetteremo. Sono Giorgia, sono una donna, sono italiana, sono cristiana e nessuno può portarmi via tutto questo».
Parole che diventeranno subito virali e vengono spesso usate dagli avversari politici di sinistra per connotare la leader di Fratelli d’Italia e la coalizione di destra che la sostiene alla guida del governo italiano. Ma in Italia e anche in Francia, dove la destra di Marine Le Pen ha appena sfiorato la maggioranza assoluta al primo turno delle politiche, la situazione è molto diversa da quella che profila adesso negli Usa. Qui gli evangelici che appoggiano la rielezione dell’ex presidente stanno utilizzando l’attentato fallito per trasformare il loro candidato alla Casa Bianca in una figura messianica.
Per capire di che si tratta, bisogna partire dall’immagine iconica di Trump (con il pugno alzato e il volto insanguinato) un attimo dopo gli spari.
La foto scattata da Evan Vucci per congelare quel momento drammatico adesso viene usata in campagna elettorale per trasformare l’ex (e probabilmente prossimo) presidente degli Stati Uniti in una figura provvidenziale. Come un uomo che Dio ha scelto (salvandolo dalla morte) per riportarlo alla Casa Bianca affidandogli una “missione”. Di conseguenza le prediche e le parole di parecchi leader religioso evangelici leggono la millimetrica deviazione del colpo di fucile che ha colpito Trump all’orecchio invece che alla testa come “un miracolo”. Da qui la tesi secondo cui «Trump è vivo per volontà di Dio …» con tutto quel che segue. Facendo assomigliare la maggiore democrazia dell’Occidente a una teocrazia.
Ovviamente il diretto interessato, specialmente adesso che non dovrà più vedersela con il “sonnolento” Biden, ma con l’aggressiva Kamala Harris, cavalca l’onda e accredita la lettura degli evangelici. Non è quindi un caso se, dall’attentato in poi, non perde occasione per tornare sul “miracolo” con cui Dio lo avrebbe salvato: «Avrei dovuto essere morto, invece sono qui per unire il Paese e il mondo…».