La maledizione
di Downing Street

E tre. Dopo i premier conservatori Boris Johnson e Rishi Sunak adesso tocca a Keir Starmer fare i conti con il crollo della popolarità. Per Jonhson l’inizio della rovina furono i party organizzati al numero 10 di Downing Street. Per Sunak la fine fu decretata dallo scandalo delle scommesse piazzate da alcuni parlamentari a lui vicini sulla data delle elezioni. Il leader laburista ha comunque stabilito un record assoluto: ha perduto 26 punti in meno di tre mesi.

Boris Johnson davanti al portone di Downing Street

Dal trionfo elettorale del 4 luglio ad oggi è riuscito a bruciare tutto il vantaggio che dopo 14 anni aveva riportato un esponente della sinistra al numero 10 di Downing Street. Secondo alcuni sondaggi freschi di stampa, oggi un elettore su due si dichiara insoddisfatto del nuovo capo del governo. Saranno pure “sondaggi calamità”, come li ha definiti la stampa popolare inglese, ma bisogna ammettere che peggio di così il primo ministro non poteva iniziare.

Accolto come un nuovo Tony Blair, per il suo pragmatismo centrista e per aver riportato trionfalmente il Labour a Downing Street dopo 14 anni di umiliazioni e sconfitte, Starmer ha cominciato subito male. Chiamato a mettere a punto una legge finanziaria “lacrime e sangue” ha messo a punto una stretta a una serie di bonus considerati “incompatibili” con lo stato dei conti pubblici.

 Ma la scure è calata anche sui ‘winter fuel allowance’, i sussidi per il riscaldamento ai pensionati poveri. Per loro sono stati fissati nuovi limiti. Una mossa da 1,5 miliardi all’anno necessaria a rimpolpare le finanze pubbliche secondo la Reeves, accusata così di salvare dal freddo solo 300mila anziani che potranno mantenere gli attuali sussidi contro il restante 80% (circa 1,9 milioni) di pensionati che rientrano nella soglia della povertà. Una mossa incompatibile con la tradizione socialista, e quindi bocciata a maggioranza dal congresso del Partito appena conclusosi a Liverpool.

Downing Street, Keir Starmer

Keir Starmer

Il colpo di grazia sul fronte della popolarità di Starmer è comunque arrivato con il cosiddetto scandalo degli omaggi. I regali incassati dalla leadership laburista. Da un’inchiesta giornalistica è emerso che nel corso degli ultimi 5 anni l’attuale primo ministro inglese si è messo in tasca oltre centomila sterline (circa 120 mila euro) in regali. Dai vestiti agli occhiali, dai biglietti per concerti di Taylor Swift a partite dell’Arsenal, fino a hotel e viaggi. Una munificenza di cui ha beneficiato anche sua moglie e che in alcuni casi il leader aveva omesso di dichiarare.

Anche alcuni ministri dell’attuale governo, si sono rifatti il guardaroba e sono andati in giro per il mondo grazie alla generosità dei finanziatori del partito. È stato calcolato dai giornali inglesi che i laburisti hanno goduto in totale di omaggi che ammontano a 350 mila euro.

Lo scandalo sta facendo più danni al Labour dei primi giorni di governo pieni di errori sia in politica interna che estera. E se Starmer appena arrivato a Downing Street   aveva promesso di «restaurare gli standard nella vita pubblica», conquistando la fiducia di molti, adesso i giornali cominciano a fare paragoni con gli scandali che hanno costellato il regno di Boris Johnson e il governo Sunak e alla fine hanno segnato la caduta del Partito Conservatore britannico.