Tre “pensieri”, se così si possono definire. Nei giorni scorsi abbiamo visto bruciare delle bandiere. Quando lo si fa, si può essere sicuri: o sono quelle israeliane o degli Stati Uniti, spesso insieme. Mai una russa, cinese, nord-coreana, cubana, venezuelana. Nessuno si sogna di bruciare una bandiera iraniana o di Hamas.
Carcere: a maggio il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva assicurato che a settembre si sarebbe cominciato a vedere qualche concreto risultato. Siamo a metà ottobre: non è cambiato nulla. Intanto nel carcere di Vigevano un detenuto magrebino di una quarantina d’anni si è impiccato.
Avrebbe finito di scontare la sua pena fra un anno. Siamo arrivati a 74 carcerati che si sono uccisi; a questo tragico elenco vanno aggiunti i sette appartenenti alla Polizia penitenziaria che, anche loro, si sono tolti la vita. Una strage senza fine, rispetto alla quale il governo non pone alcun argine concreto. Per la cronaca, nel carcere di Vigevano sono reclusi 360 detenuti, capienza 218 posti; 240 gli agenti su un organico che ne prevede 315. A livello nazionale i detenuti sono 15mila in più rispetto ai posti disponibili; ammontano a più di 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. “Certezza della pena”, dicono. Nelle carceri italiane pena, sofferenza vengono sicuramente assicurate. Sono una certezza nel senso letterale.
Una storia di ordinaria ingiustizia, prima di finire: anno 2021. Un’inchiesta condotta dal dottor Nicola Gratteri mette la parola fine all’attività di un’azienda che impiega 400 dipendenti: i capi di imputazione: associazione per delinquere; frode ai danni dello Stato; gestione illecita dei rifiuti. Trascorsi tre anni gli inquisiti sono tutti assolti. Intanto l’azienda è stata distrutta dopo tre anni di amministrazione giudiziaria, con buona pace di chi ci lavorava.
Un paio di settimane fa il dottor Gratteri osservava che la categoria a cui appartiene, la magistratura, è al minimo storico in quanto a credibilità. Se si chiede quale può essere la ragione di questa sfiducia, ha la risposta.
Questa la situazione, questi sono i fatti.