Laura Bassi e Anna Morandi Manzolini sono due donne pioniere dell’emancipazione femminile. Si fecero valere nella Bologna del 1700, il secolo dell’Illuminismo, facendo strada nel mondo maschile dell’università. La prima si laureò e divenne professoressa di fisica, la seconda si fece strada in medicina, nell’anatomia. Il miracolo avvenne grazie anche al cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, il pontefice progressista. Ce ne parla Maria Luisa Berti.
A Bologna già dalla fine del Seicento temi filosofici e scientifici erano discussi dai giovani dell’Accademia degli Inquieti, tra cui emergeva Luigi Ferdinando Marsigli, militare, geologo e botanico. Per sua iniziativa fu fondato l’Istituto delle Scienze, collegato all’Università, che incorporò l’Accademia degli Inquieti. Fu inaugurato nel 1714, con sede a Palazzo Poggi. Nelle sale del palazzo furono allestite officine e laboratori, un osservatorio astronomico, la Specola e una vasta biblioteca. Furono poi annesse all’Istituto l’Accademia delle Scienze e quella delle Arti. Promotore e patrono di questa iniziativa fu il Cardinale Prospero Lambertini, vescovo della città dal 1731 al 1740, poi divenuto papa Benedetto XIV.
Nell’epoca dell’Illuminismo anche il ruolo delle donne cominciò a cambiare. Fu proprio il cardinale a favorire l’entrata delle donne in posizione di prestigio anche nell’insegnamento. Maria Gaetana Agnesi poté insegnare geometria analitica, Clotilde Tambroni lingua greca, Maria Dalle Donne ostetricia. All’Università di Bologna la prima donna ad ottenere la laurea e la cattedra di fisica sperimentale fu Laura Bassi, seguita poi da Anna Manzolini.
Laura Maria Caterina Bassi Veratti, o Verati, nota come Laura Bassi, nacque a Bologna il 29 ottobre 1711 e ivi morì il 20 febbraio 1778. È stata una delle prime in Italia a laurearsi e ad ottenere una cattedra di fisica all’Università bolognese. Da giovine, per volere del genitore Giuseppe, dottore in legge, fu istruita alla grammatica, al latino, al francese e all’aritmetica da Lorenzo Stegani, cugino del padre.
La introdusse alla filosofia il medico di famiglia, Gaetano Tacconi, lettore di medicina nello Studio bolognese e membro dell’Accademia delle Scienze. Fu lo stesso Tacconi a istruirla in logica, metafisica, fisica e psicologia, materie universitarie che lei, come donna, non poteva frequentare. Nel 1732 divenne anche lei socia onoraria di quella Accademia, grazie alle sue abilità oratorie e al suo ingegno e, per intercessione del Cardinale Lambertini, ottenne la laurea in filosofia e la libera docenza. Il Senato le riconobbe la cattedra onoraria di filosofia con uno stipendio di 500 lire ma poteva insegnare solo in speciali occasioni e col permesso dei superiori. Tenne la sua prima lezione nel Teatro Anatomico dell’Archiginnasio.
Nel 1738 sposò il medico Giuseppe Veratti, lettore di fisica all’ateneo bolognese, che le aveva promesso di non ostacolarla nei suoi studi e che la sostenne sempre nei suoi incarichi e nelle sue scelte.
Nel 1745 Papa Benedetto XIV la nominò membro dell’Accademia Benedettina, nonostante l’opposizione dei colleghi maschi, e le conferì una pensione di 100 lire annue. Nel 1749 avviò corsi di fisica sperimentale e le lezioni si tenevano nella sua casa, nel laboratorio allestito insieme al marito. Dal momento che a Bologna era l’unico corso sulla disciplina ed era frequentato soprattutto da studenti dell’università, il Senato accademico ne riconobbe l’utilità pubblica e assegnò a Laura Bassi uno stipendio di 1000 lire, uno dei più alti dell’università felsinea. Dal 1776 cominciò a insegnare fisica sperimentale agli alunni del Collegio Montalto di Bologna.
Per tutta la vita Laura Bassi lottò per essere riconosciuta in un mondo prettamente maschile ma, solo due anni prima della sua morte, le fu riconosciuta la cattedra universitaria di fisica, grazie al sostegno del papa e a quello del marito che ammirava il suo talento e la sua determinazione.
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