Sprofondo rosso,
trionfo di Trump

La dura sconfitta subita da Kamala Harris, letteralmente cancellata da Trump, è una lezione politica. Innanzitutto per gli Usa, ma anche per molti Paesi europei, a cominciare dall’Italia.

Economia e sicurezza, Donald Trump festeggia la vittoria nelle elezioni presidenziali Usa

Donald Trump festeggia la vittoria nelle elezioni presidenziali Usa

Perché il trionfale ritorno alla Casa Bianca di uno come “The Donald” fa emergere tutta la debolezza dei Partiti di sinistra e dei loro attuali gruppi dirigenti, che non sembrano in grado di affrontare i problemi legati al cambiamento economico-sociale in corso. Da qui la lunga serie di sconfitte elettorali dei progressisti e la crescita esponenziale dei Partiti sovranisti, che fanno il pieno di voti proprio cavalcando le paure e le aspettative dei ceti popolari.

Non è quindi un caso se la sconfitta della Harris sia nata dalla sua incapacità di presentare agli elettori una proposta convincente che andasse oltre gli slogan ispirati al politicamente corretto e le tradizionali parole d’ordine dei progressisti. Il problema, come ha dimostrato l’esito del voto, è che tutto questo ormai non ha molto a che fare con i problemi concreti della maggioranza dei cittadini. D’altra parte, come indicato da tutti i sondaggi, ormai le grandi preoccupazioni dei cittadini comuni sono l’economia e la sicurezza. Proprio i due temi su cui Trump ha costruito la sua propaganda fondata su protezionismo, deregulation e lotta all’immigrazione.

Purtroppo economia e sicurezza sono stati anche i problemi su cui la candidata progressista è apparsa più sfuggente. Basti pensare all’agenda economica che prometteva una serie di misure in grado di «offrire un’opportunità per tutti». Per non parlare dell’assenza di misure concrete per contrastare l’aumento dell’immigrazione illegale al confine con il Messico. A dimostrazione del fatto che la lotta all’immigrazione clandestina è ancora un tabù per molti leader “progressisti” e per gran parte dell’élite urbana che vota a sinistra.

Kamala Harris

E così alla fine Trump ha stravinto “dappertutto”. Una “vittoria politica”, come ha voluto sottolineare subito nel discorso della vittoria pronunciato dopo degli exit poll che lo davano vincente anche in Pennsylvania. Già, perché alla fine a Kamala Harris non è bastato essere una donna nera progressista, e, per di più, di madre indiana e padre giamaicano. Infatti non era quello il profilo giusto per convincere le classi popolari di Stati postindustriali, come appunto la Pennsylvania, a votare per lei.

Ma il risultato delle presidenziali americane, dovrebbe far suonare l’allarme anche in casa della sinistra europea, visto che i cambiamenti sociali ed economici degli ultimi anni hanno allontanato gran parte dell’elettorato popolare dai vecchi Partiti “progressisti”. Da questo punto di vista il “caso” dell’Italia è esemplare. Basti pensare che l’alleanza tra centrosinistra e Cinquestelle è riuscita a perdere perfino le ultime elezioni anticipate in Liguria, dove avrebbe dovuto segnare a porta vuota, dopo lo scandalo che aveva investito la precedente giunta di centrodestra, con l’arresto e le dimissioni del presidente Toti. Ma in vista delle due prossime regionali (Umbria e Emilia-Romagna) la segretaria del PD Elly Schlein continua ad occuparsi soprattutto delle alleanze elettorali dem. Intanto la campagna elettorale è fatta, al solito, d’una serie di attacchi alla destra “estrema” guidata da Giorgia Meloni. Peccato che, dopo due anni di governo non proprio indimenticabili, l’attuale inquilina di Palazzo Chigi, con il suo Partito Fratelli d’Italia, sia ancora in testa a tutti i sondaggi. E quindi oggi rivincerebbe le elezioni politiche. Proprio come ha appena fatto il sovranista Trump negli Stati Uniti.