Con l’Academia dei Rinnovati venerdì 22 novembre 2019, al Teatro Eleonora Duse di Asolo, è andato in scena un emozionante monologo sulla straordinaria storia di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata nel mondo. Lo spettacolo di Maurizia Rossella Perandin, con Lucia Schierano, è stato rappresentato anche a Venezia e a Padova.
«Con un linguaggio semplice, immediato e a volte divertente, lo spettacolo mette in luce carattere e personalità della protagonista oltre al composito mondo culturale, alle problematiche scientifiche, religiose e filosofiche nell’Italia del 1600».
Era il 1678 quando all’Università di Padova Elena Lucrezia Cornaro Piscopia si laureò in filosofia. L’Università padovana è tra le più antiche al mondo: fu fondata infatti nel 1222 in seguito all’arrivo di professori e studenti, spostatisi dall’Università di Bologna. Nacque come Universitas Iuristarum perché, come a Bologna, si studiavano il diritto civile e quello canonico. Dal 1399 cominciarono gli studi di astronomia, dialettica, filosofia, grammatica, medicina e retorica (Universitas Artistarum).
Le discipline medico-scientifiche, l’astronomia e la filosofia ottennero nei secoli grandi progressi grazie all’appoggio di Venezia da cui l’università padovana dipendeva. Gli studi astronomici ebbero un impulso notevole con l’arrivo di Galileo Galilei che vi insegnò matematica dal 1592 al 1610 e qui pubblicò il Sidereus Nuncius. Tra i docenti di filosofia si ricorda Pietro d’Abano che dal 1306 al 1316 insegnò all’Università di Padova, dopo essersi trasferito da quella di Parigi. Accusato di eresia dalla Santa Inquisizione, morì in carcere. Altro nome illustre dell’ateneo padovano fu Jacopo Zabarella, docente di logica e filosofia dal 1563. Divenne famoso soprattutto in Germania per i suoi trattati sulla logica e sulla filosofia aristotelica.
Aveva 32 anni Elena Lucrezia Cornaro Piscopia quando ottenne la laurea in filosofia e non in teologia, come avrebbe voluto. Non poté però insegnare in quanto donna. Si sarebbe dovuto aspettare il 1776 per ottenere la parità di diritti nelle docenze universitarie, quando la bolognese Laura Bassi, laureata in fisica, ottenne anche la cattedra, due anni prima della morte.
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, figlia naturale del nobile Giovanni Battista Cornaro, procuratore di San Marco, e della popolana Zanetta Boni, nacque a Venezia nel 1646, quinta di sette figli. Fu avviata agli studi di teologia, latino e greco per volontà del padre che aveva compreso le attitudini della figlia di cui amava vantarsi. Elena imparò l’ebraico, lo spagnolo, il francese, l’aramaico e l’arabo. Aveva una profonda cultura musicale, retorica e filosofica. Prese lezioni di filosofia dal professore Carlo Rinaldini, docente all’università padovana e amico del padre.
Aveva una forte vocazione religiosa tanto che divenne oblata benedettina così, pur osservando la regola dell’Ordine, poté evitare la reclusione monastica e continuare i propri studi, ma non poté laurearsi in teologia, laurea che la Chiesa vietava alle donne.
Grazie alla sua cultura, Elena fu accolta nel 1669 all’Accademia dei Ricovrati di Padova e poi a quella degli Infecondi di Roma, degli Intronati di Siena, degli Erranti di Brescia, dei Dodonei e dei Pacifici di Venezia. Divenne famosa anche all’estero tanto che fu consultata dal cardinale Federico d’Assia-Darmstadt su problemi di geometria solida. Fu inserita tra i personaggi celebri de L’Italia regnante di Gregorio Leti. Ottenne di laurearsi in filosofia nel giugno del 1678, grazie all’appoggio del suo professore, Carlo Rinaldini. Si trasferì a Padova, a Palazzo Corner, dove morì nel 1684, provata dagli studi e dalle penitenze mistico-religiose. Fu sepolta nella Chiesa di Santa Giustina.
Il padre, Giovanni Battista Cornaro, fece realizzare dal celebre scultore Bernardo Tabacco un cenotafio in onore della figlia, da porre nella navata centrale della Basilica del Santo a Padova. Il cenotafio era costituito da diverse statue in marmi colorati di filosofi, dottori e la statua di Elena, a grandezza naturale si ergeva al centro dell’ordine superiore. Nel 1727 per problemi economici della famiglia, il monumento fu rimosso dalla basilica finché cinquant’anni dopo la nobildonna Caterina Dolfin, recuperata la statua di Elena Cornaro, la donò all’Ateneo padovano, dove tuttora si trova ai piedi dello scalone di Palazzo Cornaro, nel Cortile Antico di Palazzo Bo.
La statua è un omaggio alla prima donna laureata al mondo, simbolo di emancipazione femminile in una società e in un’epoca in cui il potere erano in mano agli uomini. Ma il talento, la cultura e la fermezza del carattere di questa straordinaria donna non le avrebbero concesso di ampliare i suoi studi fino ad ottenere la laurea senza l’appoggio del padre e del suo professore. Così è successo a Ipazia e così succederà a Laura Bassi perché per secoli e secoli la donna ha sempre avuto un ruolo marginale in un mondo prettamente maschilista.
Nel 2018 L’Università di Padova ha istituito il Centro Elena Cornaro che promuove attività di ricerca e formazione per approfondire e diffondere le tematiche di genere.