Mattarella lega con Xi
e stoppa Musk

Sintonia tra Mattarella e Xi. Giulio Andreotti teorizzava la politica dei “due forni”. La Dc, secondo lo statista scudocrociato, poteva comprare il pane (i voti in Parlamento per sostenere i suoi governi) o dai partiti alla sua sinistra o da quelli alla sua destra.

Sintonia tra Mattarella e Xi, Sergio Mattarella e Xi Jinping

Sergio Mattarella e Xi Jinping

Sergio Mattarella fa qualcosa di simile. Punta a un rapporto strategico tra Italia e Cina, preparandosi a un probabile allentamento delle relazioni con Donald Trump dall’Italia e dall’Europa. Il presidente della Repubblica vola a Pechino, come ha fatto qualche mese fa Giorgia Meloni. Ma ora la situazione internazionale è diversa, Donald Trump succede a Joe Biden alla Casa Bianca.

Le novità in arrivo sono molte e poco piacevoli anche per l’Italia e l’Europa soprattutto sul fronte della Nato (l’alleanza militare dei paesi occidentali a guida Usa). Il presidente in pectore degli Stati Uniti vuole chiudere la guerra tra Russia e Ucraina arrivando a una rapida cessazione delle ostilità e intende far rientrare le truppe americane (tutte o gran parte) di stanza in Europa. I paesi dell’Unione europea, è la sua tesi, dovranno pensare a difendersi autonomamente da Mosca sia dal punto di vista militare sia da quello finanziario.

Non solo. Trump vuole inasprire “la guerra dei dazi” già avviata contro la Cina e l’Europa nel suo primo mandato da presidente nel 2016. Da gennaio 2025, quando si insedierà il nuovo presidente statunitense, dovrebbero partire altri pesantissimi dazi per frenare le importazioni in America e bloccare il pesante deficit commerciale di Washington.

Gli onori militari a Xi Jinping e Sergio Mattarella a Pechino

Per l’Italia sarebbe un colpo durissimo: è uno dei paesi con maggiori esportazioni in America, soprattutto nell’abbigliamento di lusso e negli alimentari di qualità. Così, se si allenterà la tradizionale alleanza con gli Usa, l’Italia cercherà di trovare nuovi interlocutori internazionali. Mattarella al primo posto mette il dialogo con la Repubblica popolare cinese. Incontra Xi Jinping a Pechino e cerca il “disgelo” dopo la rottura dell’accordo sulla Nuova via della seta. Elogia il Dragone per la «sua grande autorevolezza» usata a livello globale «per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale». E non c’è ossequio per la forte alleanza tra Pechino e Mosca: spera che il presidente cinese si adoperi «per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina, primo passo per una pace giusta».

Sintonia tra Mattarella e Xi. La bussola è il multilateralismo per comporre pacificamente i contrasti globali. L’Onu, osserva il presidente della Repubblica italiana, è uno strumento fondamentale da utilizzare per la fine dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.

Ma sono importanti anche i rapporti bilaterali. Mattarella propone a Xi Jinping un rapporto strategico, politico ed economico, con l’Italia e con l’Europa. È una esigenza reciproca: «Senza la Cina, o senza l’Unione europea, sarebbe impossibile cercare di corrispondere positivamente ai sogni di apertura, di pace, di futuro dei nostri giovani». È la politica inaugurata dal Psi di Pietro Nenni negli anni Sessanta, come ricordava Ugo Intini.

Elon Musk a un comizio di Donald Trump

Sintonia tra Mattarella e Xi. Il presidente cinese considera Mattarella «un vecchio amico del popolo cinese e “un mio buon amico”. Dice sì al rapporto strategico tra Italia e Cina: «L’Italia e la Cina dovrebbero lavorare insieme promuovendo il dialogo per risolvere le divergenze» con l’obiettivo di «superare i conflitti» e arrivare a «una coesistenza armoniosa». Conferma il forte legame con Mattarella: la sua visita «è un’occasione per infondere energia più dinamica nei rapporti bilaterali, per un nuovo punto di partenza».

Se il buon giorno si vede dal mattino, sarà burrascoso verso gli alleati occidentali il secondo mandato di Trump da presidente degli Stati Uniti. Mattarella, subito dopo il viaggio in Cina, deve rintuzzare una brutta invasione di campo di Elon Musk, il braccio destro di Trump. Il miliardario proprietario di Tesla, di Space X e di X (ex Twitter) attacca i magistrati italiani per lo stop dato al governo Meloni al trasferimento dei migranti clandestini in Albania. Intima: «Quei giudici se ne devono andare». Rincara: «In Italia decide un’autocrazia non eletta». Sergio Mattarella subito interviene per difendere l’indipendenza nazionale. Il presidente della Repubblica è perentorio. Parla dell’Italia: chiunque «deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni». Mattarella fa centro. La stessa Giorgia Meloni, in grande consonanza con Musk, è in forte imbarazzo. Sembra che abbia telefonato all’uomo più ricco del mondo (un patrimonio stimato di circa 320 miliardi di dollari, compresi i 50 guadagnati in Borsa dopo la vittoria di Trump) per indurlo a “frenare”. Un fatto è sicuro: Musk subito dopo fa sapere «il suo rispetto» per Mattarella e per la Costituzione italiana. Alla prossima puntata.