Il crack della triade
Bandecchi, Conte, Salvini

Elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Umbria: c’è di buono che il Movimento dei Cinque Stelle si sta spegnendo. C’è di buono che la Lega del Trucido ha preso un’altra sonora botta. C’è di buono che il movimento del Trucido minore si è vistosamente ridimensionato e tornerà, si spera, ad essere quel personaggio da operetta che è e che incautamente molti ternani hanno preso sul serio.

Matteo Salvini

Poi conferme, non positive. Ancora una volta il partito che raccoglie il maggior numero di consensi è quello di chi non vota. Di chi dice a tutti i concorrenti: siete tutti uguali non abbiamo fiducia in voi, non siete degni di rappresentarci; a questo partito maggioritario vanno poi aggiunte le schede annullate, quelle bianche da tempo non ci dicono quante sono ma poche o tante che siano comunque ci sono.

Il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna fa sapere che l’affluenza alle urne non è stata quella che si attendevano: l’ammissione che hanno perso il contatto e la capacità di capire quello che accade nei loro territori. Romano Prodi è l’unico che ha espresso la sua amarezza per il basso numero di votanti in una regione la cui caratteristica era esattamente opposta: un’alta percentuale di partecipazione.

Accade ormai da anni che un consolidato numero di elettori non vota: anche quando si tratta di eleggere i rappresentanti alla Regione: luoghi dove c’è potere, circola denaro, si assumono vitali decisioni per la collettività; dovrebbe essere interesse di tutti e di ciascuno mandare in quelle assemblee delle persone competenti e di fiducia; è evidente che i candidati, tutti i candidati non ispirano fiducia, non li si ritiene competenti; ed è un problema, o almeno dovrebbe essere un problema. Questo massiccio rifiuto, questa sfiducia e disaffezione sono dei segnali precisi: una richiesta di attenzione, di cura che quasi certamente sarà ignorata anche questa volta.

Bandecchi, Giuseppe Conte ed Elly Schlein

Giuseppe Conte ed Elly Schlein

Il Partito Democratico è quello che deve riflettere di più; ha vinto bene nella roccaforte emiliano-romagnola; ha recuperato in Umbria; ma negli ultimi anni ha perso regioni su regioni; ha conquistato la Sardegna, ma bisogna fare attenzione, la candidata vincente non è del PD; ha vinto per meriti suoi ma anche perché il centrodestra ha presentato un candidato che lo stesso centrodestra non amava; e comunque Presidente a parte le liste del centrodestra hanno raccolto più voti di quelle del centro-sinistra; stessa cosa per il Parlamento Europeo: se si sommano le coalizioni, il centro-destra prevale.

Allora: un PD gonfio di voti spesso rassegnati; ma vuoto di idee e di proposte. “Campo largo” è uno slogan, un sacco vuoto di contenuti. Si dirà: è un problema del PD. No: è un problema di chiunque si riconosce nella democrazia, perché in democrazia chi è al governo ha bisogno di una opposizione che sappia fare da cane da guardia, sappia candidarsi con i suoi dirigenti e le sue proposte ad alternativa possibile. Una simile opposizione serve anche alla maggioranza, che viene in questo modo stimolata a meglio operare e governare. Ora questa opposizione non c’è; un vuoto che fa male all’opposizione, fa male alla maggioranza, fa male al Paese.

Bandecchi, Stefano Bandecchi

Stefano Bandecchi

Infine. Forse si sbaglia a dare importanza e visibilità all’attuale sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Però è anche sbagliato tacere e subire. Questo signore, se le sue parole sono state riferite con esattezza, all’indirizzo della neo-presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha detto: «Proietti stia attenta a come parla: gliela organizzo io la festa nei prossimi cinque anni». In questo annuncio/promessa di “festa” si può ravvisare una neppure troppo larvata minaccia? Del resto, sarebbe coerente con il personaggio: che nel recente passato ha dimostrato in cosa consistano le “feste” come quella che promette e annuncia.

Chissà se il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi può ravvisare gli estremi per un qualche tipo di provvedimento; e forse si risolverebbe in un provvedimento boomerang: trasformerebbe questo signore in perseguitato. Sicuramente qualcuno obietterebbe che si limita e minaccia la libertà di pensiero, parola, opinione.

Si rischia di dare troppo peso alle parole di un simile personaggio? Sarebbe meglio semplicemente ignorarlo? Forse.

Come sia anche per un sindaco dovrebbe valere l’articolo 54 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».

Disciplina e onore… È possibile che il sindaco di Terni questo articolo non lo conosca. Ma i leader che lo hanno accolto nella loro coalizione, a partire dalla stessa presidente del Consiglio, e non ultima la presidente della regione Umbria uscente, certamente sì, lo conoscono. È lecito dunque aspettarsi che si dissocino e condannino simili espressioni di quello che fino a ieri era un loro alleato? Gli stessi cittadini di Terni dovrebbero sentire come intollerabile essere rappresentati da questo signore, e levare, forte e chiara, la loro voce.

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