Il miracolo è avvenuto. Scuole chiuse e ragazzi in piazza in tutto il mondo il 15 marzo per difendere l’ambiente. Lo sciopero degli studenti, invocato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg per salvare la terra dall’inquinamento, è riuscito.
I giovani hanno aderito con entusiasmo al «Global Strike for future», lo «sciopero globale per il futuro» sostenuto dalla giovane Greta Thunberg. Hanno protestato gli studenti (e anche molti genitori e nonni) in 1.769 città del mondo: in Italia, Germania, Regno Unito, Francia, Russia, Stati Uniti, India, Turchia, Israele, Africa. L’onda dello sciopero è arrivata anche in cinque città cinesi: Chaoyang, Guanzhou, Shanghai e Shenzhen. Un fiume di ragazzi hanno invaso le vie e le piazze delle città: mani alzate, cartelli, mascherine bianche sulla bocca. Tanti gli slogan. Alcuni perentori: «No planet B»; «Non esiste un pianeta B»; è in gioco «our future», «il nostro futuro». Si sono visti anche parole d’ordine tra l’ironico e il lugubre: «Ci siamo rotti i polmoni».
In Italia si sono svolte 208 manifestazioni. La più imponente si è svolta a Milano. Sergio Tonetto, uno degli organizzatori dell’evento, ha sollecitato a prendere atto del grandissimo successo: «Siamo più di centomila persone, possiamo e dobbiamo farci un grosso applauso». I manifestanti erano così tanti da far perfino cambiare, in corsa, il programma: la conclusione della protesta è stata spostata da piazza della Scala alla più capiente piazza Duomo.
I “Giornalisti Nell’erba”, pienamente mobilitati, sono soddisfatti: «Il Climatestrike è stato un immenso, globale successo». Citano uno slogan efficace e urticante scandito dai 4 mila studenti che hanno protestato a Frascati, a due passi da Roma: «Rivoltiamoci adesso, non nella tomba».
Dalla Conferenza di Kyoto sul clima (1997) si sono svolti tanti incontri internazionali e firmati tanti trattati, ma dopo 22 anni i passi in avanti sono stati pochi: l’inquinamento della Terra è proseguito e l’aumento delle temperature causano disastri. Tifoni, alluvioni e siccità stanno flagellando aree sempre più estese del pianeta.
Greta Thunberg, dopo il fallimento degli anziani, ha chiamato i giovani a mobilitarsi per ridurre l’inquinamento dell’ambiente: «Non vogliamo le vostre speranze, vogliamo che vi uniate a noi». La giovane Greta ha spiegato perché devono scendere in campo i ragazzi: «Questo sciopero viene fatto oggi (il 15 marzo, n.d.r.) perché i politici ci hanno abbandonato». Greta Thunberg, addirittura proposta per la candidatura al prossimo Nobel per la Pace, da agosto ogni venerdì sciopera per il clima: adesso la sua battaglia individuale e solitaria è diventata una travolgente onda colorata mondiale. Emerge una richiesta precisa: interventi concreti, subito, per bloccare il riscaldamento globale e garantire un futuro alle donne e agli uomini di domani.