Va in scena Vinitaly 2019. Alla Fiera di Verona, dal 7 al 10 aprile, si svolge la 53esima edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, più grande di sempre con 4600 espositori da 35 paesi, per un totale di oltre 16 mila etichette di vino, su un’area di 100 mila metri quadrati. Il vino oggi è un prodotto bandiera del made in Italy, la cui produzione vale 13 miliardi di euro e nel 2018 ha raggiunto un export prossimo ai 6,5 miliardi di euro, in aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente.
Il Ceo di Veronafiere Giovanni Mantovani ha dichiarato che la kermesse di quest’anno guarda verso i nuovi mercati, soprattutto all’Asia orientale, senza dimenticare quelli tradizionali come il Nord America e l’Europa. Bisogna capire, ha spiegato Mantovani, che oggi per contrastare vecchi e nuovi competitor non serve più marciare in ordine sparso, bensì correre in un’unica direzione e con un brand in grado di aprire la strada.
Secondo l’analisi condotta dal responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini, la domanda globale dell’Asia orientale, che vale più di 6 miliardi di euro di import, sta per agganciare quella del Nord America (Canada e Usa).
Sempre secondo lo studio, il vino parla sempre più asiatico in particolare con i francesi e oggi più che mai con il nuovo mondo produttivo, Australia e Cile, che beneficiano di una politica dei dazi favorevole.
L’Italia sconta ancora una presenza marginale in Asia orientale. La quota di mercato italiana infatti si ferma al 6,5% (420 milioni di euro), contro il 50,2% della Francia ed è minore di quella australiana (16%) e cilena (8,9%).
Per quanto riguarda il Lazio, quest’anno espone solo uno stand, rappresentato dal produttore vinicolo di nome “Famiglia Cotarella”, proprietari del marchio Falesco e provenienti da Montefiascone. Uno dei loro vini più noti è il Montiano, riconosciuto tra i grandi merlot italiani.