Ultima carta per Trony
Cgil: niente scherzi

La sorte dei 176 lavoratori del gruppo Trony a Roma è appesa a un filo. L’azienda potrebbe chiudere definitivamente i battenti creando altri disoccupati oppure potrebbe avere di nuovo un futuro. Contatti, incontri e trattative sindacali proseguono. Le Rappresentanze sindacati aziendali della Filcams (la federazione dei lavoratori del commercio della Cgil), in un comunicato inviato alla redazione di ‘Sfoglia Roma’, sollecitano a prendere le distanze “da ogni tipo di strumentalizzazione” per cercare di evitare il crac definitivo e i licenziamenti.

Lo scorso 13 febbraio il tribunale di Roma ha decretato il fallimento di Edom spa, la società facente capo ad Alessandro Febbraretti, che detiene l’esclusiva licenza del marchio Trony nella capitale. Ora tutti i beni e i conti della società sono in mano a un curatore fallimentare che ha il compito di pagare i creditori, tra cui spicca l’Agenzia delle Entrate, e di cercare un acquirente per rimettere in piedi l’azienda e salvaguardare l’occupazione.

Cucina

Cucina

I margini per trovare una soluzione positiva sono stretti. Ci sarebbero alcuni candidati pronti a farsi avanti. Tra i gruppi più interessati all’acquisizione ci sarebbe Euronics, che aveva già avanzato una proposta di acquisto scaduta lo scorso 31 gennaio (aveva messo sul piatto 31 milioni di euro).

La situazione ora è drammatica. Nella città hanno chiuso gli otto centri commerciali di Trony, alt alla vendita di elettrodomestici e di apparecchi tecnologici. I 176 dipendenti sono a casa senza stipendio. La crisi già era emersa nel 2015 ed aveva portato ad un taglio dell’occupazione. Successivamente l’ulteriore caduta delle vendite e i guai giudiziari del proprietario Febbraretti hanno provocato il tracollo.

Dal bel tempo alla bufera, le cose sono cambiate in fretta. Poco più di 6 anni fa era boom. Tutto il settore nord est di Roma rimase paralizzato per l’inaugurazione per la sede Trony di Ponte Milvio, la più grande della società. L’annuncio di mega sconti su televisori e telefonini attirò circa 10 mila persone il 27 ottobre 2011. Fu un incubo per gli automobilisti romani. Fin dalle prime luci dell’alba via Riano, sede della Trony, era assediata dalle auto. La fila diventò gigantesca e con il passare delle ore un ingorgo enorme bloccò addirittura una parte della capitale. Ponte Milvio, Corso Francia, via Flaminia e via Cassia divennero inagibili. Successe di tutto. Automobilisti e negozianti erano furenti. Alcuni acquirenti, per il mega sconto, arrivarono quasi alle mani: scoppiarono risse e alcuni vetri andarono in frantumi. L’amministratore Febbraretti scrisse una lettera di scuse ai romani e pagò un risarcimento di 110 mila euro al Campidoglio.

Fino a poco tempo fa la crisi del commercio colpiva soprattutto i negozi al dettaglio, adesso invece si è allargata anche ai grandi centri di vendita. Certo le vendite su internet stanno cambiando volto al commercio, ma c’è da fare i conti anche con la debole ripresa economica.