Il fardello del debito pubblico sale, l’Italia rischia forte. Entro l’estate possono arrivare le sanzioni europee per la violazione delle regole alla base dell’euro. Giuseppe Conte ha già evitato per un soffio la bocciatura per debito pubblico eccessivo alla fine dello scorso anno. Ma ora il miracolo può non ripetersi e il presidente del Consiglio è preoccupato: «Non voglio essere il primo premier italiano che subisce una procedura di infrazione».
La commissione europea ha brandito una procedura d’infrazione se il governo Conte-Di Maio-Salvini non rivedrà la manovra economica del 2019, in modo da ridurre la crescita del deficit e del debito pubblico. Conte e il ministro dell’Economia Tria stanno facendo di tutto per ridurre la spese e trovare una soluzione.
Di Maio e Salvini, invece, restano su posizioni più rigide verso Bruxelles. Il due vice presidenti del Consiglio, dopo i continui scontri durante la campagna elettorale per le europee, si sono incontrati a Palazzo Chigi nella più stretta riservatezza. Scoperti poi dai giornalisti, si sono espressi solo con un comunicato stampa congiunto: servono «misure straordinarie» per rilanciare l’economia e l’occupazione.
In sintesi: Luigi Di Maio non vuole rinunciare al reddito di cittadinanza, la bandiera del M5S; Matteo Salvini difende con i denti “quota 100” per andare in pensione prima, il vessillo della Lega. Non solo. Il ministro dell’Interno e segretario del Carroccio ha annunciato la realizzazione nel 2020 di un’altra battaglia simbolo della Lega: la flat tax, l’imposta piatta declinata però in versione famigliare.
Forte del trionfo elettorale ottenuto alle europee del 26 maggio mentre i cinquestelle sono crollati, ha chiesto uno “shock fiscale” riducendo le tasse. Ha polemizzato con l’Unione europea non rinunciando a toni populisti: «Se mio figlio ha fame e mi chiede di dargli da mangiare e Bruxelles mi dice “no”, secondo me viene prima mio figlio».
Conte, Salvini e Di Maio a dicembre arrivarono ad una intesa con la commissione europea riducendo la previsione del deficit pubblico dal 2,4% del Pil al 2,04%. Ma la crescita economica italiana si è azzerata nel 2019 (il governo grillo-leghista per quest’anno ha stimato un aumento del reddito nazionale di appena lo 0,2% mentre nel 2018 aveva previsto un incremento dell’1,5% e poi dell’1%), così deficit e debito sono in salita e l’Europa chiede correzioni.
I mercati finanziari internazionali sono sul chi vive per l’Italia. Quando ci fu lo scontro con Bruxelles lo scorso inverno, lo spread esplose fino a quasi 340 punti, provocando un aumento della spesa per pagare i maggiori interessi sui titoli del debito pubblico. Con l’intesa di dicembre la tensione è calata e adesso lo spread oscilla tra 270 e 290, quote comunque molto alte.
Mario Draghi, che ha salvato l’Italia con i tassi d’interesse europei super compressi, il 6 giugno ha bocciato l’ipotesi di varare i minibot perché «o sono valuta, e quindi illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale». Ha consigliato al Belpaese la strada per non bruciarsi. Il presidente della Bce (Banca centrale europea), ormai a fine mandato, ha escluso che all’Italia «sarà chiesto un calo rapido del rapporto debito-Pil, sappiamo che è impossibile». Per Draghi invece servirà «un piano a medio termine, che però dev’essere credibile». Ha avvertito: «Questo è ciò che tutti si aspettano».
Salvini e il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giorgetti, però, sembrano insistere. Tutti e due «stanno ragionando» sull’idea di usare i minibot per accelerare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione.