Ritorna. Renzi loda Berlusconi e gioca a tutto campo. L’obiettivo è evitare ad ogni costo le elezioni politiche anticipate. Prima ha proposto, rivolto soprattutto a Di Maio, “un governo istituzionale”, adesso corteggia Berlusconi. Cerca di convincere il presidente di Forza Italia ad aprire una nuova stagione politica dopo la spallata dell’esecutivo M5S-Lega da parte di Salvini.
L’ex segretario del Pd, già presidente del Consiglio in una intervista a Il Giornale ha insistito: «Serve un governo istituzionale per rientrare nella Ue». Ha indicato le differenze tra il vecchio e il nuovo leader del centro-destra: c’è «un abisso tra il Cav e Matteo. Berlusconi ha una casa politica centrale». Sul quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi ha apprezzato il fondatore della Fininvest, di Forza Italia e del Pdl: «Berlusconi ha il senso delle istituzioni».
Renzi loda Berlusconi. Niente male. I complimenti si sprecano contro l’ex “nemico” numero uno del Pd, l’uomo un tempo accusato di aver scassato le istituzioni repubblicane con il “conflitto d’interessi” (tra il Berlusconi proprietario delle tv Mediaset e per tanti anni presidente del Consiglio) e di aver creato “un partito di plastica”. Ma si tratta di accuse di molti anni fa. Già Enrico Letta nel 2013 guidò un governo con dentro ministri di Forza Italia e lo stesso Matteo Renzi nel 2014 allestì una maggioranza istituzionale con Berlusconi per realizzare le riforme costituzionali, il cosiddetto Patto del Nazareno (dal nome della via della direzione del Pd a Roma nella quale fu discusso e siglato l’accordo).
Con questa mossa Renzi, «senatore semplice di Firenze, Scandicci, Signa e Impruneta» (come si è autodefinito dopo la disfatta nelle elezioni politiche del 2018 e le dimissioni da segretario del Partito democratico), cerca di sottrarre Berlusconi a una nuova possibile intesa con Salvini. Il segretario del Carroccio, dopo aver annunciato la fine del governo grillo-leghista per i troppi no dei cinquestelle, ha tentato di riprendere il dialogo con il presidente di Forza Italia e marciare verso le elezioni anticipate, ma l’operazione non è riuscita. L’ex presidente del Consiglio vede le proposte di accordo elettorale avanzate dal Capitano come un assorbimento di Forza Italia da parte della Lega. Così ha deciso di temporeggiare.
Martedì 20 agosto ci sarà un po’ più di chiarezza. Si vedrà che fine farà la mozione di sfiducia presentata dalla Lega al Senato contro il “governo del cambiamento”. Si vedrà se passerà o no, se il presidente del Consiglio Conte si dimetterà (Salvini finora non l’ha fatto e l’esecutivo è rimasto in piedi), se verrà formalizzata la crisi di governo, se nascerà un nuovo esecutivo (elettorale, istituzionale, di legislatura) o se si andrà al voto anticipato. L’ipotesi più probabile però, dopo il vertice del M5S organizzato da Beppe Grillo nella sua villa di Marina di Bibbona, è la nascita di un governo di legislatura tra cinquestelle e democratici.
Un fatto è certo. Salvini, protagonista trionfante fino a qualche giorno fa, è in difficoltà di fronte alla nascita di un possibile governo istituzionale basato su un accordo M5S-Pd, la proposta lanciata da Renzi in una intervista al Corriere della Sera. Il senatore di Firenze sta dominando la scena della crisi, anche in contrapposizione con Nicola Zingaretti favorevole alle elezioni anticipate. Alla fine potrebbe spuntarla Renzi. Il segretario democratico potrebbe accettare di formare un nuovo esecutivo di legislatura con i grillini populisti, avversari irriducibili fino a ieri (i cinquestelle non vogliono andare a votare così come gran parte dei parlamentari democratici).