Come nel 1982. A sorpresa, il Coronavirus ha compiuto lo stesso miracolo della storica vittoria della Nazionale italiana di calcio contro la Germania ai mondiali di calcio di 38 anni fa. Ma ci sono volute quasi quattro decadi e l’arrivo di una catastrofica infezione perché gli italiani si sentissero nuovamente una comunità. Un popolo unito sotto la bandiera nazionale a cantare l’Inno di Mameli. E non quel paese diviso, lacerato da un individualismo endemico e a tratti sfrenato che tanti problemi ci ha creato alimentando divisioni e rancori.
Sta accadendo che migliaia di persone si danno appuntamento fuori dai balconi per cantare l’inno nazionale e intonare canzoni. Un modo per condividere qualcosa, per superare l’isolamento e vincere la paura facendosi coraggio. Tutti insieme.
L’Italia del balcone si mostra anche creativa. Nella scelta delle canzoni che fanno da colonna sonora ai flashmob organizzati attraverso i social e la Rete il palinsesto risulta vario e variegato. Si va dall’Inno di Mameli ad Azzurro, da Lucio Dalla a Giuseppe Verdi. Un modo per sottolineare l’identità di un popolo che si riconosce nella sua cultura e lancia un messaggio di speranza.
Da Nord a Sud, tutti rinchiusi in casa, ma comunque insieme. Dando spazio alla fantasia. Come è accaduto nel flashmob luminoso, oltre che sonoro, organizzato per le 21 di lunedì 16 marzo, quando decine di migliaia di italiani sono usciti sui balconi con una luce in mano per “illuminare il Paese” sulle note di Fratelli d’Italia ma anche su quelle de L’Italiano di Toto Cotugno fino al Nessun Dorma cantato da Pavarotti.
La sorprendente reazione degli italiani alla pandemia, la prova di unità e di resistenza fornita da un Paese ormai chiuso e con più di sessanta milioni di cittadini costretti all’isolamento sta trovando ampio risalto sui media internazionali. Dalla Cnn alla Bbc, tutte le maggiori reti televisive del mondo hanno mandato in onda lunghi servizi per sottolineare la prova di forza morale mostrata dagli italiani visti come un popolo che si riscopre comunità alla finestra all’insegna del “Tutto andrà bene”.
Riconquistata a sorpresa la stima internazionale l’Italia viene ora additata come modello nella lotta alla pandemia. Con l’inevitabile retorica che impongono gli attestati di stima, molti leader politici hanno voluto mostrare la loro solidarietà. Dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a quello francese Macron, alla numero uno della Commissione europea Ursula von der Leyen, con il suo non originalissimo “Siamo tutti italiani”.
Intanto, qua e là per il mondo, si susseguono manifestazioni simboliche per sottolineare amicizia e solidarietà verso il Paese occidentale più colpito dal Coronavirus. Da Sarajevo, dove la facciata della storica biblioteca, oggi sede del municipio, è stata illuminata con i colori bianco, rosso e verde. E così sul ponte di Mostar. A Gerusalemme, sulle mura della città vecchia, è invece apparsa una grande bandiera italiana con la scritta “Gerusalemme al vostro fianco”.
Adesso resta da vedere se, passato il Coronavirus, il Bel Paese saprà far tesoro della simpatia e del rispetto che, in maniera del tutto inattesa, si sta guadagnando sul piano internazionale. Dipenderà in gran parte dai politici che sopravviveranno al Coronavirus. Per ora si vede solo che i leader populisti e divisivi come Salvini o i no-vax alla Grillo sono finiti in quarantena.