Trovare le responsabilità oggettive sarà certamente compito della magistratura e delle forze dell’ordine, ma la tragica, incredibile e assurda morte di un ragazzo di 21 anni, Willy Monteiro Duarte, ha radici ben più profonde.
Gli scenari in cui si è consumato l’ennesimo atto di gratuita violenza, sono molti. Certo molti fanno parte del vivere quotidiano e sarà difficile estirparli, si trovano nella libertà di insultare e di esprimere odio sui social, si trovano nei talk show urlati, nelle trasmissioni becere e ricche di compassione, pietismo e quant’altro sfornate a piene mani solo per il Dio audience.
Ma le radici più profonde, quelle che sarà difficile estirpare in tempi relativamente brevi hanno origine nella politica, addirittura nel Parlamento dove si mostrava il cappio contro gli avversari, hanno origine con Tangentopoli e Mani pulite quando a molti è sembrato lecito augurare la morte genericamente a quasi tutti gli esponenti politici, ben prima che un qualsiasi processo arrivasse a conclusione.
Quei primi germi di odio si sono sviluppati e sono cresciuti, curati con ostinata idiozia da parte di tanti politici… l’odio per i meridionali, quello per gli arabi (tutti terroristi!), per gli extracomunitari, per le persone di colore e lentamente siamo arrivati agli insulti personali ai lazzi e frizzi per la malattia di Silvio Berlusconi, siamo arrivati a manifestare contro i vaccini (la polio, il vaiolo, il morbillo, la varicella etc…) a negare le evidenze scientifiche pur di ribadire un falso concetto di libertà.
La stagione dell’odio sembra essere al suo apice e non dà segni di voler regredire, purtroppo per questa infezione non ci sono vaccini, e se mai si dovesse scoprire qualcosa, allora la cura dovrebbe veramente essere obbligatoria.
Così mentre qui discutiamo sulle origini di questa stagione maledetta Willy è rimasto a terra, colpito a morte da altri ragazzi poco più grandi di lui, ma convinti che la forza e il terrore li potessero porre al di sopra di tutti, renderli adulti, uomini. Certo non tutte le responsabilità sono da attribuire al contesto politico e sociale, anche se qualcuno mi deve spiegare come è possibile che uno dei genitori dei picchiatori abbia potuto (se le cronache corrispondono al vero) pronunciare quella frase: «Cosa hanno fatto? Alla fine non hanno fatto niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario!».
Io penso che se esiste ancora una politica vera, una politica che non serva ad occupare una sedia e mettere in tasca un congruo stipendio, debba realmente iniziare ad interrogarsi sull’ondata di odio che attraversa tutto il Paese, iniziando proprio da se stessa e ripristinando quel rispetto verso chi la pensa in maniera diversa, altrimenti quella convivenza civile, quell’essere italiani “brava gente” sarà solo appannaggio dei libri di storia e il nostro futuro incerto e penoso. Io spero che la morte di Willy possa iniziare a far riflettere, a capire che in questo modo non si va da nessuna parte e che il domani dell’Italia è già segnato in maniera funesta!