3 mila euro l’anno
per l’”università gratis”

In questo scenario, appena alle prime pennellate, si continuano a versare lacrime di coccodrillo sulla fuga dei cervelli, eppure chiunque arriva a sedere sugli scranni di Montecitorio, Palazzo Madama o Palazzo Chigi, dovrebbe sapere molto bene qual è il divario di remunerazione e qual è la durata del purgatorio di un ricercatore in Italia e di un altro in qualsiasi altra parte del mondo occidentale.

Università, Giovani universitari a Roma

Giovani universitari a Roma

Tutti si riempiono la bocca sulla necessità di puntare sui giovani, sull’istruzione, su una vera formazione, ma allora perché in tanti appena laureati fuggono, perché in tanti abbandonano gli studi…, il diritto allo studio, ma quale diritto se una famiglia monoreddito, appena al di sopra dei vari Isee, deve sborsare quasi 3 mila euro l’anno per mandare un figlio all’università?

Le parole di Mario Draghi dovrebbero non solo far riflettere tutta la classe politica, ma spingerla a compiere atti concreti per il presente e soprattutto per il futuro. Accertato, anche se non se ne parla più (il Covid ha spazzato via qualsiasi riflessione seria sulla sorte del nostro Paese) il fallimento dei navigator, meritano qualche riflessione anche le cosiddette agenzie per il lavoro (Apl) che di settimana in settimana, di mese in mese sfornano migliaia di potenziali disoccupati… certo “formati”, formati per lavorare una manciata di mesi, ma già condannati, nella stragrande maggioranza dei casi, a tornare nelle file dei disoccupati, ma con qualche mese di sussidio di disoccupazione.

Università, Manifestazione degli operai ex Ilva

Manifestazione degli operai ex Ilva

Certo si potrà obiettare meglio qualche mese di lavoro che il nulla. Giusto. Ma vediamo più da vicino cosa avviene. Buona parte, se non la maggiore, dell’attività delle Agenzie per il lavoro è indirizzata a cercare e inviare personale nelle grandi aziende, spesso multinazionali che hanno stabilimenti nel nostro paese. Ora per le aziende nostrane questa è la prassi (ma anche qui per nuovi investimenti produttivi si potrebbe procedere con agevolazioni), ma quando una multinazionale straniera vuole aprire filiali, stabilimenti, fabbriche e chiede agevolazioni è prassi trattare, così avviene in tutto il mondo, Europa compresa. E la trattativa, ovviamente è sulla durata delle agevolazioni e sul numero dei dipendenti che l’azienda si impegna ad assumere…

Questo avviene in Italia? È possibile che non si riesca ad attrarre capitali esteri in cambio di agevolazioni, in tutti i Paesi ex comunisti, e non solo (vedi Irlanda, Olanda etc.), è prassi consolidata… talmente consolidata che molte aziende italiane hanno trasferito la produzione proprio in quei luoghi.

Secondo articolo – Segue