«Era solo una provocazione», così Zingaretti, nelle vesti di presidente della regione Lazio, ha replicato al TAR che ha bocciato la sua delibera con la quale introduceva l’obbligo vaccinale anti influenza per gli over 65 e per tutti gli operatori sanitari.
Una provocazione con la quale un presidente di regione, casualmente anche leader di un partito, casualmente anche principale sostenitore del governo, ha costretto medici, infermieri, Codacons e altre associazioni a rivolgersi alla magistratura per ricordare a politici sbrigativi che la Costituzione non può essere seguita a fasi alterne.
Uno sforzo che ha richiesto tempo, è costato denaro. Un aspetto, questo, che forse non è nelle corde di chi non ha vigilato sui recenti sprechi di mascherine ma che non può passare in secondo piano di fronte allo scenario di crisi economica svelatoci da Bruxelles. «Volevamo dare un segnale sulla importanza di farlo -ha poi precisato il presidente della regione Lazio- e ci auguriamo che il governo rifletta nel nome della sicurezza e della prevenzione».
Ma allora, se proprio ci si dispone ad una riflessione seria, consigliamo a Zingaretti di non sottovalutare il fatto che il primo esempio di una legislazione in cui uno Stato si assume programmaticamente la cura e la salute dei cittadini è l’eugenetica nazista. Hitler promulgò una legge per proteggere il popolo tedesco dalle malattie ereditarie, che consentì la nascita di speciali commissioni per la salute ereditaria (oggi sarebbero dei Cts) che portarono alla sterilizzazione coatta di 400.000 persone.
Per carità nessun paragone, ma solo l’accensione di una spia rossa, un segnale di allerta, attenzione pericolo: se si imbocca la strada della biopolitica la salute cessa di essere qualcosa che interessa prima di tutto la libera scelta di ogni persona ma può diventare un obbligo da adempiere a qualsiasi prezzo.
E allora di provocazione in provocazione ci si può risvegliare al fondo del burrone. Stamane ci siamo svegliati che l’obbligo di indossare la mascherina, sì quello che la stessa OMS dice che serve a poco e niente, all’aperto sempre, anche quando si cammina da soli, anche quando non si incontra nessuno, non dico un nemico ma neppure qualcuno che ti sta talmente antipatico da desiderare dì trasmettergli qualcosa.
Ebbene da bravi e mansueti sudditi indosseremo la mascherina in attesa di un nuovo coinvolgimento del TAR, e dell’ennesima giustificazione di Zingaretti: «Era solo una nuova provocazione». E dire che il presidente del Lazio una vera provocazione l’avrebbe a portata di mano, semplice semplice: rassegnare le dimissioni. Sarebbe la decisione più logica di fronte ad una sconfessione senza appello da parte del tribunale amministrativo. Ma abbiamo appreso che non si trattava di un atto di governo ma di un episodio di “scherzi a parte”. Una mattina, mi son svegliato…