Uno e bino, Conte Due rinnega Conte Uno. Tutto quello che Conte Uno aveva fatto da premier del governo gialloverde viene rivisto e cancellato dal Conte Due, premier del governo giallorosso. Non c’è provvedimento del Conte Uno che non venga rimesso in discussione dal Conte Due.
Le ultime elezioni regionali avevano appena messo in luce le difficoltà della Lega di Salvini e la disfatta del Movimento Cinquestelle, che il premier del governo giallorosso annunciava il mancato rinnovo di Quota Cento e la revisione del Reddito di Cittadinanza, leggi bandiera di Lega e Cinquestelle all’epoca dell’esecutivo gialloverde. Provvedimenti che il 17 gennaio 2019, Conte Uno, dipingeva con enfasi: «Sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorali, ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero». Fierezza puntualmente confermata dallo “spettacolo” messo in scena durante una conferenza stampa piena di slides, con la regia di Rocco Casalino.
Di quella messa in scena oggi restano soltanto le immagini che immortalano un premier sorridente, in mezzo ai due vicepremier, mentre mostra ai fotografi un cartello blu orlato di bianco con lo stemma della presidenza del Consiglio in alto e, in basso, i nomi dei due provvedimenti appena varati dal Consiglio dei ministri.
Caso unico nel panorama politico dei paesi democratici occidentali, Giuseppe Conte non è iscritto ad alcun partito, non è stato legittimato da nessuna elezione ed è diventato premier per nomina degli azionisti di riferimento dell’esecutivo gialloverde, riuscendo perfino a guidare due governi retti da maggioranze opposte. Il Conte Uno, orientato a destra, con Salvini e Di Maio vice. Il Conte Due, pendente a sinistra, che oggi mostra legami sempre più stretti con il Pd di Zingaretti. Cose che potevano accadere solo in Italia. Il Paese di Machiavelli.