Nell’assordante silenzio dei pacifisti e con la benedizione di Palazzo Chigi, l’Italia sta diventando la grande portaerei europea della Nato, grazie al trasferimento di uomini e aerei da combattimento dalla Germania, che farà a meno di 11.900 uomini e di due comandi statunitensi: l’Us Africa Command (che ha il suo raggio d’azione in 30 paesi) e l’Us European Command (che controlla le operazioni militari in 51 paesi).
La decisione di trasferire dalla Germania un altro squadrone di caccia F16 ad Aviano farà della base friulana la punta avanzata delle operazioni nel Mediterraneo, nei Balcani e nel Mar Nero. Con una sessantina di jet intercettori, bombardieri e velivoli “specializzati” nella distruzioni di una contraerea. I nuovi mezzi entreranno a far parte del 31esimo stormo. Tra le missioni previste dai protocolli ci sono anche «attacchi con le bombe atomiche» custodite in un bunker sotterraneo dell’aeroporto.
La Nato sta facendo tutto (si fa per dire) alla luce del sole, ma nessuno trova nulla da obiettare. Nemmeno i rappresentanti di quella Sinistra italiana che nel 1999 si scatenarono contro le partenze, proprio dalla base di Aviano, per bombardare ciò che restava della ex Jugoslavia con la benedizione del premier Massimo D’Alema.
Sempre più partito, sempre più governativo, sempre più orientato alla realpolitik, nemmeno il M5S del ministro degli Esteri Di Maio, pone ostacoli.
E così il potenziamento di Aviano può aggiungersi tranquillamente a quello di Vicenza, che già ospita i parà dell’Us Army ,e di Sigonella, dove operano gli stormy della Navy. Un programma di rafforzamento che investe tutto il Paese, da Nord a Sud. Nell’indifferenza generale, senza che in Italia nessuno faccia domande, avvii un dibattito politico e, più semplicemente, trovi qualcosa da eccepire.