Si può guidare un Paese con un governo di minoranza in tempi di Covid? Sì, se al vertice di quel Paese c’è un leader forte e riconosciuto da tutti come tale.
Esattamente come in Portogallo, dove Antonio Costa, segretario del Partito Socialista e presidente del Consiglio privo della maggioranza in Parlamento, continua a trovare i pochi voti che mancano al suo monocolore per far passare i provvedimenti dell’esecutivo.
La settimana scorsa ha superato anche lo scoglio più difficile: la proposta per il Bilancio dello Stato 2021 è passata con i soli voti favorevoli dei parlamentari socialisti.
Questa volta grazie all’astensione del PCP, il Partito comunista portoghese che è all’opposizione ma, insieme al Bloco de Esquerda, nella precedente legislatura garantiva l’appoggio esterno al primo governo Costa. Un accordo che all’inizio sembrava impossibile, al punto da essere battezzato “gerigonca”, che tradotto in italiano significa letteralmente “accozzaglia”. Contrariamente alle previsioni, l’intesa durò per tutta la legislatura. Risultato reso possibile dalla grande capacità manovriera di Costa che riuscì a tenere in vita il governo, resistendo alle richieste del Bloco de Esquerda e mantenendo il deficit pubblico sotto controllo.
Ma, arrivato alle elezioni politiche del 2019, il leader socialista decise di puntare sulla maggioranza assoluta per fare a meno del condizionamento dell’estrema sinistra. Obiettivo che, dopo la netta vittoria del PS alle europee di maggio, sembrava possibile. Ma l’ascesa socialista (22 seggi in più) si fermò a una decina di voti dalla maggioranza assoluta.
Costa decise comunque di non replicare la “gerigonca” e di andare avanti da solo con un governo a maggioranza variabile che avrebbe cercato di volta in volta i voti in Parlamento. E così è stato anche dopo l’arrivo del Covid, nonostante la forte pressione esercitata dalla sinistra per una nuova alleanza proprio per affrontare la crisi economica e sociale che si stava abbattendo sulle fasce più deboli.
Senza mai dire esplicitamente “no”, il leader socialista si è sempre sfilato e ha continuato a navigare a vista, ora dando qualcosa alla sinistra, ora dando qualcosa all’opposizione del PSD. Non dimenticando che l’anno scorso il suo governo riuscì a far passare un Bilancio dello Stato osteggiato dal Bloco de Esquerda proprio grazie al voto favorevole dei socialdemocratici.
Ma la settimana scorsa, di fronte al Bilancio dello Stato 2021, ovviamente osteggiato dal BE, Costa non ha avuto nemmeno bisogno del voto del PSD. Gli è bastata l’astensione del Partito Comunista di Geronimo de Sousa.