AAA partito cercasi…

Le scosse del sisma che ha colpito la Terza Repubblica non si fermano. Con effetti devastanti per partiti e movimenti vari e per i loro leader. Tutta gente cresciuta grazie alla fine della Prima Repubblica e alla liquidazione dei partiti (quelli veri). Piccoli leader, senza una visione e senza un progetto, che adesso pagano anni di “politica liquida”, fatta di slogan e di propaganda via social.Partiti, Corsivo

Cinquestelle e Partito Democratico, un tempo azionisti di riferimento del governo giallorosso guidato da Conte, sono stati decapitati subito dopo l’arrivo di SuperMario a Palazzo Chigi. Salvini, che pure continua nella sua propaganda via social, ha dovuto acconciarsi a sostenere il governo Draghi e, a Bruxelles, a votare sì sul Recovery Fund. Forza Italia è ridotta ai minimi termini, ma Berlusconi usa i numeri di cui ancora dispone in Parlamento per continuare ad avere un peso e un ruolo. A destra, solo Giorgia Meloni, grazie al monopolio dell’opposizione, può sperare di aumentare i consensi di Fratelli d’Italia. In uno scenario del genere, il solo a fare politica è, paradossalmente, un ex banchiere, Mario Draghi, che anche nei suoi primi passi da premier si sta dimostrando più politico di un segretario di partito.

SuperMario non ha spin doctor, non usa i social, non parla. Unica eccezione, il breve videomessaggio dell’8 marzo, Festa della donna, a una conferenza sulla “parità di genere”. Poco mediatico, quasi impacciato davanti alla telecamera, l’ex governatore della Bce ha segnato, senza quasi darlo a vedere, una netta presa di distanza dalla politica liquida fatta di slogan: «Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Servono o scelte meditate ma rapide… Siamo solo all’inizio».

E l’inizio è la messa a punto (in corso) della macchina per la vaccinazione di massa, in modo da immunizzare gli italiani entro l’estate. Una scommessa da cui dipende il futuro del Paese e di SuperMario.