E ora anche Salvini
è sul piano inclinato

L’azzeramento dei partiti e l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi stanno rivoluzionando il quadro politico. I primi effetti del terremoto sono già evidenti. L’esplosione del M5S, che adesso il garante Grillo ha messo nelle mani di Conte, le dimissioni del segretario del PD Zingaretti, l’uscita di Emma Bonino da +Europa.

Azzeramento dei partiti, Mario Draghi

Mario Draghi

Ma non è finita. Le conseguenze del sisma si fanno sentire anche a destra. Infatti anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, si trova sul piano inclinato.

Oscurati per qualche settimana dalla crisi del M5S e del PD i problemi del leader leghista adesso sono evidenti. A metterli sotto la luce dei riflettori è stato il botta e risposta con Mario Draghi sulle prossime chiusure per contenere la pandemia.

Preoccupato per la continua crescita della destra guidata dalla Meloni, che è rimasta sola all’opposizione, Salvini ha scelto ancora una volta di presentarsi come leader di lotta e di governo. E così, in coincidenza con la seconda conferenza stampa di Draghi, ha rilasciato una dichiarazione contro la prevista chiusura per l’intero mese di aprile, chiedendo la riapertura di bar e ristoranti e minacciando il “no” dei ministri della Lega al prossimo decreto del presidente del Consiglio sulle chiusure di aprile.

Azzeramento dei partiti, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Immediatamente sollecitato da un giornalista per dare una risposta all’ultimatum di Salvini, il presidente del Consiglio non si è scomposto e, senza alzare la voce, ha chiarito subito che non se ne parla nemmeno. Perché le riaperture «le decidono i numeri dei contagi».

A questo punto è chiaro che Salvini deve solo cercare di salvare la faccia. Anche per evitare altri problemi con quell’elettorato imprenditoriale del Nord Italia che lo ha già costretto a cambiare posizione a Bruxelles e a votare a favore del Recovery Fund.

Per non parlare della Lombardia governata dal “suo” Fontana e dell’ultimo disastro, quello del piano vaccini che va a rilento e del sistema di prenotazioni che è finito in tilt. E così la Regione bandiera di Salvini, ha dovuto chiedere aiuto al Commissario Figliuolo e alla Protezione civile. Non solo, ma è stata costretta ad affidarsi a un’azienda di Stato, le Poste, per poter utilizzare una piattaforma in grado di gestire le prenotazioni. Peggio di così…