Il brutto 2020 e
la ripartenza sostenibile

L’ottimismo di Gentiloni, i green bond per finanziare la ripresa, Roma che approva il piano clima ed energia. Siamo ad una svolta?

Il 2020 è un anno da lasciarsi alle spalle per la pandemia, la crisi economica, gli incendi, e tante altre brutte cose che non é il caso di elencare. Eppure qualcosa va salvato, quando -rientrando nei limitati confini dell’Europa- pensiamo al clima ed all’ambiente.

Green bond, Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni

Restando a casa, con fabbriche ed uffici chiusi, le emissioni di CO2 in Europa sono calate nell’anno del 5,8%. Una buona notizia, non c’è dubbio, confermata dal commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Guarda caso nelle ore in cui il comune di Roma approvava il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC). 

La Capitale è stata a lungo nelle classifiche europee tra le città meno sostenibili. Con il nuovo provvedimento che rimanda al Patto dei sindaci del 2017, le emissioni nocive dovrebbero ridursi del 50% entro il 2030. Come da piani dell’Ue, del resto. Nove anni di lavoro ed impegno per i futuri amministratori sfruttando tutte le occasioni politiche e finanziarie per rendere più sostenibile la vita a Roma. 

Ma più in generale spetta a chi guiderà le città italiane nei prossimi anni valutare attentamente -raccordandosi con il governo – gli strumenti finanziari di cui ha parlato lo stesso Gentiloni: i green bond. Roma, per dire, dovrebbe essere tra le prime ad entrare in partita. Saper cogliere l’occasione del debito pubblico buono, come dice Draghi, per fare investimenti, ammodernare le strutture, rivedere mobilità, rifiuti, parchi, strade.

Green bond, Mario Draghi

Mario Draghi

La ripartenza dell’Europa post pandemia ha caratteristiche tali per cui nessuna istituzione può oscurare la necessità di riorganizzare la vita dei cittadini nel segno della sostenibilità. Se il Next Generation Eu non guarda alla città è morto in partenza. Ci misuriamo con una strategia connessa al Green Deal «concentrata sulla transizione climatica e verde»». É vero che l’Europa ha l’obiettivo del 55% di emissioni in meno entro il 2030, ma i soldi di cui si dice vanno messi in circolo in tempi rapidi. Entro luglio dovrebbero arrivare nuovi regolamenti per facilitare l’accesso ai green bond, così da iniziare a progettare la futura spesa. 

La finanza sostenibile sarà un terzo dell’intero debito europeo che a sua volta darà la spinta ad una ripartenza verso nuovi approcci. L’industria che lamenta i danni della pandemia si sta risvegliando e le sue previsioni sono ottimistiche per il 2021. Seguendo il ragionamento di Gentiloni i bond pubblici verdi sono, in fondo, la migliore garanzia per mobilitare investimenti privati. Sussiste, però, la condizione di una classe dirigente all’altezza della situazione. Vale per l’Europa, ancor di più per l’Italia.