I “sessanta giorni di pulizia straordinaria” annunciati con enfasi il 2 novembre dal sindaco Gualtieri, come «prima azione amministrativa» della nuova giunta capitolina, si sono risolti in un mezzo fallimento.
Qualcosa si è visto: alcune strade sono state sgombrate dai sacchetti e i cassonetti sono stati svuotati meno lentamente del solito. Ma, alla fine, il risultato è stato modesto e la pulizia natalizia si è rivelata un’operazione modesta, insufficiente, velleitaria. Insomma, una beffa. O, se si preferisce, una romanella.
Passato Natale, complice un mini sondaggio tra cinquemila romani, che in maggioranza avrebbero apprezzato la buona volontà del Campidoglio, Gualtieri ha assicurato di essere comunque «contento che tanti abbiano percepito lo sforzo…».
Nella conferenza stampa di fine anno, il sindaco ha poi abbozzato un primo bilancio: «L’impegno è stato decisivo per evitare una crisi che si sarebbe sicuramente determinata durante le feste per i problemi strutturali e per l’incremento della produzione dei rifiuti…». Salomonica la conclusione: «Roma è più pulita di come l’abbiamo trovata, ma non è ancora pulita come merita…».
Ma siccome nemmeno Mandrake potrebbe pensare seriamente di risolvere il problema della ‘monnezza senza un vero piano industriale che copra l’intero ciclo dei rifiuti, il sindaco ha annunciato qualcosa di meno evanescente per il futuro. Una operazione in tre fasi. Miglioramento della raccolta, potenziamento delle strutture esistenti, ed – entro cinque anni – nuovi impianti con conseguente riduzione della Tari, che oggi è una delle più care d’Europa. Perché l’Ama offre un servizio da Terzo Mondo con costi spropositati per trasferire i rifiuti che non trovano posto nella capitale in una cinquantina di siti in Italia e all’estero.
Comunque sia, adesso, archiviata la pulizia natalizia, il Campidoglio ha la grande e irripetibile occasione di affrontare alla radice il problema dei rifiuti attingendo ai fondi europei del Pnrr. Ma per intercettare i finanziamenti dovrà presentare alla Ue i progetti esecutivi entro il termine ultimo del 16 febbraio prossimo. E non è finita, perché, poi, i soldi verranno erogati con il criterio dell’avanzamento dei lavori. Quindi, per non perdere i fondi, bisognerà portare avanti i cantieri.
Considerando che ci sono in ballo circa 50 milioni di euro, sarà una grande sfida. La prova della reale capacità di governo della nuova amministrazione capitolina, dopo un esordio, non proprio brillante, con la pulizia straordinaria di Natale.