Radici Ciociare ricorda il passato per costruire il futuro. Un futuro di sviluppo, di progresso, di lavoro in tempi difficilissimi dominati dal clima di ansia causata prima dal Covid e poi dalla guerra in Ucraina.
La Ciociaria è un vasto territorio, collocato a sud di Roma, ubicato ma non tutto compreso nella provincia di Frosinone. Deve il suo nome alle ciocie, antiche calzature portate dai contadini di quelle zone. Dai tempi antichissimi si sente nello stesso tempo all’origine e antagonista di Roma.
Romolo e Remo, i mitici fondatori della città eterna, sono considerati in realtà dei ciociari perché nacquero a sud del Tevere e dell’Aniene, in quella vasta regione a cavallo dell’attuale Lazio meridionale e del nord della Campania. Erano le terre abitate dagli Ernici, dai Volsci e dai Sanniti (quest’ultimi dominavano anche il Molise). Si tratta di antiche e fiere popolazioni che entrarono in conflitto e furono sconfitte da Roma. Tuttavia la “Res Publica” faticò non poco e, soprattutto con i Sanniti, patì umilianti sconfitte (è celebre quella studiata anche sui banchi di scuola delle Forche Caudine).
Oggi la Ciociaria è abitata da persone industriose e fiere. È ricca di iniziative. Molti hanno costruito un territorio fiorente, molti sono emigrati in cerca di fortuna e di lavoro in altre regioni italiane e all’estero. “Radici Ciociare” è una iniziativa che vuole coniugare cultura e turismo per farne una nuova occasione di sviluppo. Un comunicato stampa annuncia: «Sabato 21 maggio 2022 alle 11.30 ad Alvito, ospiti della Sindaca Luciana Martini e dell’Amministrazione Comunale nella suggestiva cornice del seicentesco Palazzo Gallio, sarà presentato il Comitato Tecnico delle Radici Ciociare, frutto di un protocollo d’intesa tra la DMO Ciociaria – Valle di Comino e l’Associazione Glocal Think».
L’obiettivo è utilizzare i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per realizzare il Turismo delle Radici Ciociare. Vincenzo Castaldo, presidente di Glocal Think, spiega la strategia dell’iniziativa. Premette: «Il PNRR riserva fondi sul “Turismo delle radici” che vanno trasformati in progetti concreti per il bene del tessuto economico e sociale». L’obiettivo, precisa, è di «mantenere fermo il legame tra chi resta e chi parte con la speranza di invertire la tendenza rendendo attrattivi i piccoli Comuni».