Le caratteristiche principali degli inglesi sono molto simili a quelle degli americani, entrambi sempre pronti a puntare il dito verso le mancanze e gli errori altrui, ma poco propensi e a riconoscere e ammettere i propri sbagli.
Probabilmente anche per questo e per le mai sopite manie di grandezza, la Gran Bretagna non si è mai sentita a suo agio nell’Unione Europea. Dopo oltre 70 anni di regno la Regina Elisabetta II ha passato la corona al figlio settantatreenne Carlo. Incoronata nel giugno del 1953, praticamente ancora in piena ricostruzione del dopoguerra, ha attraversato gli anni di un ritrovato periodo di pace, stabilità e crescita economica, è stata testimone della nascita dell’Europa e del successivo distacco. Durante il suo regno si sono avvicendati 15 primi ministri e 16 governi, ha viaggiato più di Giovanni Paolo Secondo. Solo negli ultimi anni della sua permanenza a Buckingham Palace si è trovata a fronteggiare crisi economica, Brexit, pandemia, separatismo scozzese e guerra, ma praticamente senza alcun potere di intervento, se non che opinioni sussurrate e quasi mai esplicitate pubblicamente.
Insomma un ruolo di mera rappresentazione dell’entità monarchica di un ex impero lentamente trasformato, già prima del suo avvento al trono, in un insignificante Commonwealth. C’è stata una lenta decolonizzazione del regno e una rappresentazione della monarchia ancora fortemente legata agli stereotipi di secoli ormai trascorsi. Elisabetta II ha attraversato la storia, ma forse non ne è stata mai protagonista, anche perché relegata ad un ruolo di mera rappresentanza. Toccherà comunque agli
storici tratteggiare e declinare i suoi 70 anni (e 214 giorni) di regno. Toccherà ancora a loro fare luce su quanto avvenne negli anni in cui le colonie del regno si ribellarono chiedendo con forza l’indipendenza. In molti casi i movimenti indipendentisti che sorsero in molte delle sue colonie furono repressi con la forza provocando morti, feriti, con l’obiettivo di preservare uno status quo fatto di ingiustizie e razzismo.
E non va inoltre dimenticata la guerra nelle Falkland e la questione irlandese. A Elisabetta va comunque riconosciuto il ruolo avuto nelle vicende del Sud Africa quando la lady di ferro Thatcher era contraria a sanzionare il Paese per porre fine all’apartheid, mentre Elisabetta, di opinione opposta, stringeva forti legami con Nelson Mandela.
Nel bene e nel male di certo Elisabetta II è stata interprete perfetta del suo ruolo e per questo ha un posto privilegiato tra i regnanti inglesi più amati, il resto tocca agli storici.