Pd, un disastro annunciato

Male, malissimo, peggio del previsto. Le elezioni di domenica 25 settembre hanno fatto precipitare il Pd sotto la soglia psicologica del 20 per cento. Un disastro. Ma anche una sconfitta annunciata.

Elezioni di domenica 25 settembre. Enrico Letta al suo seggio elettorale assieme ai militanti del Pd

Letta al suo seggio elettorale assieme ai militanti del Pd

Incerto, confuso e senza una strategia, il Partito Democratico era apparso in difficoltà fin dall’inizio della campagna elettorale. Poi, fallito l’obiettivo del “campo largo”, ha chiuso la corsa addirittura prima di cominciarla: domenica 7 agosto, quando Calenda ha annunciato la fine del patto siglato con Letta qualche giorno prima. E quindi anche la fine della possibilità per il Nazareno di competere sul serio con il centrodestra.

Da quel momento in poi la via imboccata da Letta è stata un continuo zig zag. Immaginando che la battaglia elettorale si sarebbe combattuta attorno a Draghi e alla sua agenda, il segretario Dem si è lasciato spiazzare dal rifiuto di SuperMario di restare a Palazzo Chigi e così ha dovuto ripiegare sul recupero della sinistra di Fratoianni e Bonelli. Per poi lanciarsi a testa bassa in una campagna elettorale contro la Meloni, presentata come un mostro e un pericolo per la democrazia.

Elezioni di domenica 25 settembre, Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Ma quando anche la mobilitazione dell’elettorato di sinistra per il “voto utile” si è rivelata fragile, il capo del Nazareno si è impegnato in una gara a due con Fdl per fare del Pd almeno il primo partito italiano. Era la fine. Ormai non rimaneva che la tattica politica. Per esempio, cercare di indebolire il centrodestra al Senato, nella speranza di rendere meno solida la maggioranza della Meloni a Palazzo Madama. Ma era anche l’ultimo espediente per dare al Pd la possibilità di rientrare in gioco alle prime difficoltà del nuovo esecutivo a guida Meloni. Esattamente come accaduto nella scorsa legislatura dopo il Papeete e la fine del primo governo Conte.

E adesso? Gettare la croce del disastro elettorale di domenica sulle spalle di Enrico Letta non basta, quello del Pd non è solo un problema di leadership. La vera emergenza è quella di ridare un’anima e un’identità a un partito che da una decina d’anni a questa parte, perdute le elezioni, invece di cercare di rigenerarsi all’opposizione, ha sempre cercato solo di rientrare al governo. Comunque e con chiunque.