Elly Schlein e Giorgia Meloni, due modi diversi di vedere il mondo, di interpretare e affrontare i problemi nazionali e, probabilmente, anche quelli internazionali. Da oggi in poi si studieranno con attenzione, si confronteranno senza cadere nell’insulto becero che da anni caratterizza la politica italiana, ma sempre pronte a rintuzzarsi a vicenda a colpi di fioretto, in attesa di quello che potrebbe essere il confronto delle prossime elezioni politiche, sempre che l’autolesionismo del vecchio Pci e del nuovo Pd non decida per il proprio suicidio definitivo.
È vero, il voto dei gazebo che ha decretato il ribaltamento dei pronostici degli iscritti, eleggendo Schlein alla segreteria del Pd, non ha influito su una cifra di votanti anche questa in flessione continua, ma di sicuro la nuova segretaria ha tutte le carte in regola per dare uno scossone all’esercito degli astenuti e rinverdire un po’ di speranza nei delusi cronici.
Con Elly Schlein il centrosinistra si sposta a sinistra e gli insoddisfatti se ne andranno… Improbabile, l’autoproclamatosi terzo polo o centro democratico-liberale ha già raschiato il barile a destra e manca e i suoi leader non sembrano essere in grado di affascinare o irretire le folle…ma Beppe Fioroni ha già annunciato il suo abbandono all’ipotetica deriva a sinistra, si tratta di posizioni personali e irrilevanti, tipiche di una vecchia e obsoleta concezione della politica, un saggio avrebbe almeno atteso il discorso di insediamento.
Certo il compito della Schlein non sarà facile in un partito ormai dedito all’autoflagellazione, al cannibalismo dei suoi leader, alla gestione del potere, alla scarsa attenzione ai problemi reali del Paese, alla frequentazione di salotti e potentati, senza contare che le polemiche interne tra centristi (ex Dc), “sinistri” (ex Pci), intellettuali (in)dipendenti e l’ala a sinistra del Pd pronta e puntare il dito, non le renderanno di certo la vita facile.
Coniugare l’ambientalismo e le questioni legate al cambiamento climatico con le necessità immediate della società come il lavoro e la sanità, non sarà semplice. Inoltre, sullo sfondo, ma non troppo, c’è la questione della situazione ucraina e su questo fronte di certo Elly Schlein, oltre ribadire il sostegno all’Ucraina, vorrà dare più voce al ruolo della diplomazia e maggiore spazio alla ricerca di una soluzione pacifica in condizione di far tacere le armi. Compito forse, al momento, meno arduo considerando che la nuova segretaria è all’opposizione e non al Governo.
Elly Schlein ha dalla sua di essere la prima donna a guidare il Pd, l’età, le origini ricche di mondi diversi, la cultura e la voglia di portare finalmente un cambiamento concreto, non sarà affatto facile e, senza essere profeti, i primi ostacoli e le trappole, sul suo cammino inizieranno già da “ieri”. Sono i giochi della vecchia politica duri a morire, ne sanno qualcosa i molti notabili che l’hanno appoggiata e anche se molti di loro sono ormai ai margini della politica attiva, potrebbero essere un bagaglio troppo ingombrante.