Due inglesi su tre non si fidano più del governo, dei partiti politici e dell’informazione. Lo rivela un sondaggio appena “analizzato” e pubblicato dal “Policy Institute” del King’s College di Londra.
Il crollo della fiducia nel “Palazzo” da parte della grande maggioranza di un Paese tradizionalmente legato alle istituzioni va addebitato al disastroso bilancio della Brexit. O, meglio, alla valanga di promesse e bugie con cui l’abbandono dell’UE è stato accompagnato fino a pochi mesi fa. Cioè perfino quando era già evidente che il divorzio da Bruxelles, scattato il primo gennaio del 2021 con la promessa di un futuro radioso per il Paese, stava portando alla contrazione economica certificata quest’anno da Fmi e Banca d’Inghilterra.
Con un’inflazione a due cifre, un forte calo delle esportazioni e una crisi economico-sociale sfociata in un’ondata di scioperi che non si vedevano da anni, l’Inghilterra sta affrontando il 2023 in piena recessione. Il confronto con i concorrenti della Ue è impietoso, perché stanno tutti meglio del Regno Unito, che infatti secondo il Fondo Monetario attualmente è l’unico membro del G7 con “crescita negativa”.
E così, sette anni dopo il referendum consultivo approvato dal 52 per cento degli elettori contrari alla permanenza nell’Ue e quasi due anni e mezzo dopo il divorzio da Bruxelles, firmato dal governo conservatore, il sogno della Brexit è svanito nel nulla e la propaganda degli euroscettici ha dovuto cedere il posto alla dura realtà. Come previsto da quella minoranza di osservatori indipendenti che, esaminati i fatti, aveva da tempo lanciato l’allarme per la furia propagandistica, la spregiudicatezza e l’irresponsabilità con cui populisti alla Boris Johnson cavalcavano la Brexit a fini puramente elettorali. Senza alcun piano per assicurare il Paese dai rischi economici e finanziari di un’uscita affrettata dall’UE.
Da qui la delusione e il mutamento dell’opinione pubblica del Regno Unito che adesso accusa la politica. Secondo la fotografia appena scattata dal sondaggio diffuso dal King’s College, la fiducia dei cittadini nel governo di Londra è sceso a quota 24 per cento, perdendo 5 punti in quattro anni. Peggio ancora è andata al Parlamento, che nell’ultimo quadriennio di punti ne ha perduti addirittura nove, precipitando al 23 per cento. Infatti la sfiducia non ha colpito solo i tory, che dal referendum del 2016 hanno gestito tutta partita della Brexit stando al governo, ma si è riversata anche sull’opposizione laburista. Per tutte le incertezze e le ambiguità mostrate prima, durante e dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
La crisi di fiducia si estende infine ai giornali come parte del sistema politico. In testa ci sono i tabloid, che hanno cavalcato la propaganda a favore della Brexit coltivando senza ritegno l’euroscetticismo, quando era in maggioranza nel Paese, e smettendo di prendere a calci Bruxelles solo quando è arrivata la recessione. Senza nemmeno accorgersi che nel frattempo molti inglesi cominciavano a rivalutare la Ue. E così la fiducia in Bruxelles, dopo aver smesso di scendere, aveva improvvisamente invertito la rotta per registrare una crescita di sette punti negli ultimi quattro anni…