Il Memorandum d’Intesa tra Italia e Regno Unito è stato un po’ una sorpresa. Giorgia Meloni prima aveva cercato un’alleanza con la Francia e la Germania ma poi ha fatto rotta oltre il Canale della Manica viste le turbolenze con i due più importanti paesi dell’Unione Europea.
I ripetuti contrasti con Emmanuel Macron (e i suoi ministri) sono stati e sono fortissimi. Sono volate anche parole offensive. Gli scontri sono scoppiati a più riprese: si è sfiorata perfino la rottura delle relazioni diplomatiche tra Parigi e Roma soprattutto sul problema dei migranti. Macron ha il problema di essere sotto tiro in Francia della destra di Marine Le Pen per i troppi immigrati così scarica le responsabilità sull’Italia guidata dalla destra di Giorgia Meloni. Ma pesa anche la competizione per reperire le risorse energetiche in Africa dopo lo stop delle forniture russe in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Con Olaf Scholz il contrasto, invece, è stato ed è più sottotraccia. Riguarda il Mes: il Meccanismo di stabilità economica sarebbe molto utile al cancelliere come rete di sicurezza per le banche della Repubblica Federale tedesca (molte sono in forte sofferenza) ma l’Italia non ha ancora ratificato il relativo trattato europeo. Giorgia Meloni non si fida e punta prima ad avere garanzie sulla riforma del Patto di stabilità per l’euro. L’accordo sui parametri per l’euro è stato sospeso ma il suo ripristino dal 2024 senza correzioni sarebbe un mezzo disastro per la presidente del Consiglio perché l’Italia ha un pesante debito pubblico sulle spalle divenuto più difficile da affrontare per l’innalzamento dei tassi d’interesse deciso dalla Bce. E un debito pubblico sostenibile è uno dei pezzi forti alla base del Patto di stabilità.
Così Giorgia Meloni a fine aprile è andata a Londra e ha firmato un Memorandum d’Intesa con Rishi Sunak. Ha commentato: «È un nuovo inizio…Sono convinta che possiamo fare un buon lavoro insieme». Il premier britannico è stato molto ospitale. In italiano ha detto: «Grazie Giorgia, benvenuta a Londra…I valori di Regno Unito e Italia sono allineati».
La presidente del Consiglio con il premier britannico ha trovato una forte sintonia umana e una straordinaria coincidenza d’interessi. L’accordo ha connotati strategici: l’intesa prevede una stretta collaborazione sull’immigrazione, la sicurezza, la difesa, l’energia, il clima, l’ambiente, la scienza e l’innovazione. Tutti e due i governi hanno anche in comune un netto impegno per aiutare l’Ucraina contro l’aggressione della Russia.
Il Memorandum d’Intesa tra Palazzo Chigi e Downing Street è uno dei pochi punti di forza internazionali di Giorgia Meloni. Il Regno Unito fornisce una forte sponda all’Italia, una volta falliti i tentativi di accordo con Francia e Germania. Anche sul piano interno il governo Meloni arranca. Gli ostacoli per la presidente del Consiglio sono tanti: le dure contestazioni delle opposizioni, la mobilitazione dei sindacati contro il governo di destra-centro, le frizioni con gli alleati della maggioranza Lega e Forza Italia, le stesse scintille che scoppiano ogni tanto all’interno di Fratelli d’Italia. Di qui la decisione di far rotta e di rifugiarsi a Londra. Peccato però che il Regno Unito non faccia più parte dell’Unione Europea.