Film e musica. Gerardo Di Lella si lancia nelle imprese più difficili. Ci riesce con successo. Pianista, arrangiatore, compositore, direttore di orchestra, racconta in musica i film della Disney. Trasmette al pubblico “colori” ed “emozioni”.
Allora Gerardo, siamo qui al Parco della musica di Roma dove proprio lo scorso marzo hai debuttato nella sala Santa Cecilia con il tuo meraviglioso progetto The Best of Disney Music, e stai per ripartire per 3 tappe importanti. Ma andiamo per ordine, cominciamo dalla scrittura, come ti sei mosso questa volta per questo concerto?
Come di consueto in questi casi, dove la protagonista è la Grande Orchestra, mi piace rispettare non solo le linee melodiche originali ma anche il loro colore originale, perché molto spesso è proprio il colore orchestrale delle melodie che trasmette le emozioni più sottili al pubblico. Ho trascritto praticamente nota per nota la musica presente sulle pellicole originali, un lavoraccio che mi è costato un anno e mezzo di fatica, proprio per ricostruire tutti i minimi dettagli. Unico cammeo, cosa che faccio per consuetudine in ogni concerto, è il mio arrangiamento originale di Crudelia Demon.
Le tappe sono: 8 dicembre Auditorium Conciliazione di Roma, 27 dicembre teatro Repower di Milano, 4 gennaio teatro Palapartenope di Napoli.
Sono previste delle immagini durante questo concerto?
A parte la difficoltà, come in questo caso, di ottenere i permessi necessari per l’utilizzo delle immagini, la mia è una scelta artistica ben precisa. Un concerto secondo me deve essere scevro da ogni distrazione, deve essere l’occasione per notare i dettagli musicali che solitamente passano inosservati durante la visione perché distratti a seguire la storia emotiva del film. Il punto di osservazione di un concerto deve essere diametralmente opposto a quello della visione del film, è la musica in questo caso a suggerire all’ascoltatore l’immaginazione del film. A tal proposito c’è uno storico aneddoto di Morricone, quando gli chiedevano perché non facesse anche lui i cine-concerti, rispondeva: «Se volete vedere come si sincronizza la musica sulla pellicola, andatevi a vedere il film, non esiste nulla meglio del montaggio, se invece volete ascoltare la musica andate ai concerti».
Gerardo come scegli i tuoi collaboratori, sia tra i cantanti che tra i musicisti, ti rivolgi a scuole, accademie, conservatori, fai audizioni?
Un progetto così ambizioso lo puoi fare solo coinvolgendo professionisti di grande esperienza. Si, ho fatto tante audizioni, ho ascoltato tanti cantanti. So che alcuni colleghi si rivolgono a scuole di musica, accademie, conservatori, ecc… capisco anche il fattore economico ma io tengo molto alla qualità e per ottenerla non devi trascurare nessun dettaglio. Nella musica dei film di animazione trovi praticamente tutti gli stili musicali, dal rock alla etnica, dal jazz alla sinfonica, pop ecc… ragion per cui per poterla suonare occorre per forza avere tanta esperienza.
Parliamo a questo punto un po’ della tua Grande Orchestra, che tipo di formazione è?
La mia è un’orchestra di stampo americano formata in questo caso da 90 elementi, all’interno della quale è presente una vera e propria big band che, con la giusta scrittura, riesce a conferire una spinta incredibile e un suono molto particolare. Questa grande formazione mi permette inoltre di avere tanti colori e di venire incontro alle tantissime necessità richieste dalla musica dei film di animazione. Lasciami dire che sono l’unico in Italia ad utilizzare un organico simile.
Cosa ne pensi dei film-concerto che sembrano essere diventati di moda adesso?
Secondo me il cine-concerto è un’occasione sprecata per la musica, che ne esce ancora una volta al subordine della scena. Se in una sala cinematografica questo discorso calza perfettamente, anzi, deve essere esattamente questo il criterio da seguire, nella sala da concerto la musica secondo me deve essere la vera protagonista.
Ho visto anch’io qualche cine-concerto e non ho potuto non notare che il pubblico, dopo poco, si concentra più a guardare il film piuttosto che ad ascoltare la musica, è ovvio, più che normale, che l’occhio prenda il sopravvento sull’orecchio.
Va inoltre fatta anche un’altra considerazione, in una colonna sonora di un film di animazione, (parliamo di 2 ore e passa di musica) di solito ci sono uno, due, al massimo tre temi importanti, riconoscibili, tutto il resto è musica che serve essenzialmente solo per sostenere le scene.
La mia intenzione è tutt’altra, è quella di evidenziare solo ed esclusivamente la musica più bella contenuta all’interno di ogni singolo film, quella che vive anche in totale autonomia, il concerto deve essere praticamente un’ora e mezza di concentrato di emozioni, ecco perché si chiama the Best of Disney Music.