In ”Pinocchio” predominano i sentimenti dell’animo umano, nei bambini e negli adulti. Paura, coraggio, falsità, generosità, povertà, ricchezza. Predominano soprattutto le fantasie e i sogni. Non a caso il libro di Carlo Collodi ha riscosso un grandissimo successo in tutto il mondo, testimoniato anche da una ventina di versioni cinematografiche. Ce ne parla Maria Luisa Berti.
Nel 2022, Disney ha rimesso mano alla storia del burattino senza fili che vuole diventare un bambino, facendone un film in live action con la regia di Robert Zemeckis e con Tom Hanks nella parte di Geppetto. La pellicola è stata poco apprezzata dalla critica, comunque Richard Roeper sul Chicago Sun-Times ne elogia i dettagli «ricchi e lussureggianti -a volte sembra quasi un film in 3D- e le interpretazioni, sia live action che doppiato, sono universalmente eccellenti».
Nello stesso anno è uscito Pinocchio di Guillermo del Toro e Mark Gustafson, un film animato del 2022, realizzato con la tecnica della stop-motion, o passo uno, dove una cinepresa, azionata dall’animatore, impressiona un fotogramma alla volta. Con questa tecnica si possono comporre cartoni animati riprendendo sequenze di fogli lucidi, oppure servendosi di pupazzi. La storia di Pinocchio è ambientata nell’Italia fascista di Mussolini. «L’idea del film è che Pinocchio sia il soldato perfetto perché non è umano. Quindi non mette mai in discussione gli ordini. Non ha paura. È invulnerabile. È tutto ciò che il soldato perfetto deve essere». Queste le parole di Perlman, il Mangiafuoco del cartoon. La pellicola ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione, il Golden Globe e il Premio BAFTA.
Molte sono state le opere cinematografiche sul Pinocchio di Carlo Collodi. Si contano dal 1911 ad oggi una ventina di film prodotti non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti, in Messico, in Belgio, in Giappone e in Russia.
Per quanto concerne l’Italia il primo film è il Pinocchio di Antamoro del 1911. Pinocchio di Giulio Antamoro, è una comica muta, di circa 55 minuti, dove la parte del burattino è affidata a Ferdinand Guillaume, discendente da una famiglia di circensi, conosciuto con i nomi d’arte di Tontolini e Polidor. È stato uno dei comici più produttivi del cinema muto, seguito e apprezzato dal pubblico per la sua espressività facciale e per i suoi funambolismi. Guillaume con le sue comiche, denominate slapstick, insieme al francese André Deed, è stato il precursore della comicità statunitense tipica dei vari S. Laurel, O. Hardy, B. Keaton, C. Chaplin, R. Arbuckle e i fratelli Marx. Gli altri attori principali del film erano Augusto Mastripietri nella parte di Geppetto; Lea Giunchi, una delle prime donne comiche del cinema italiano, nella Fata Turchina; Natalino, fratello di Guillaume, era Lucignolo.
Della storia di Collodi, nel film di Antamoro, rimangono solo gli episodi più conosciuti (Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe, la Balena, il Paese dei Balocchi) con l’aggiunta di invenzioni d’effetto come l’attacco degli indiani, l’esercito canadese e un volo di Pinocchio su una palla di cannone sopra l’oceano. Del film, prodotto da CINES, si conosceva un’unica pellicola incompleta e mal ridotta, poi è stato trovato il negativo originale negli archivi della Cineteca Nazionale. Nel 1994 la pellicola è stata restaurata per la prima volta dal Centro Sperimentale di Cinematografia (Cineteca Nazionale) e più recentemente, nel 2018, ha subito una trasformazione digitale ad opera del laboratorio del Mic, il Museo Interattivo del Cinema di Milano. Questa versione digitale è stata presentata nel gennaio 2019, in occasione del lancio in DVD del film di Antamoro.
Anche i film di animazione hanno una loro storia italiana. Nel 1936 Alfredo Rocco commissionò alla CAIR un cartone animato italiano che però non si riuscì a completare per mancanza di fondi e problemi tecnici. Il titolo era Le avventure di Pinocchio e il cartoon doveva essere aderente alla trama del romanzo. Se il filmato fosse stato completato, sarebbe stato il primo film d’animazione sul burattino di Collodi, precedente a quello di Walt Disney.
Non si sa se Umberto Spano e Raoul Verdini fossero i registi perché altre fonti citano Romolo Bacchini e il figlio Carlo. Mameli Barbara, uno dei disegnatori, insieme ad Attalo e Verdini, ricorda che «Non vi erano attrezzature ed i disegni venivano ripresi uno per uno con una comune macchina fotografica, in modo molto impreciso. Non lo vidi mai completato». In quegli anni la Walt Disney aveva acquistato i diritti del romanzo di Collodi e si diceva che fosse stata proprio la Disney a bloccare il filmato.
Pinocchio, il secondo film di animazione della Walt Disney production, non ebbe il successo desiderato ma comunque fu il film di maggior incasso del 1940. Viene spesso considerato un capolavoro di tecnologia per i suoi effetti animati, applaudito dalla critica e insignito di due premi Oscar: uno per la migliore colonna sonora e l’altro per la migliore canzone: When Wish Upon a Star (Una stella cade). All’inizio fu un fiasco al botteghino a causa della II Guerra Mondiale, ma dal 1945 i profitti e i riconoscimenti non sono mancati. Nel 1994 il cartoon della Disney è stato aggiunto al National Film Registry degli Usa, considerato «culturalmente, storicamente o esteticamente significativo». Il Pinocchio della Disney è fortemente americanizzato tanto che il nipote di Collodi, Carlo Lorenzini, trovando che potesse essere confuso erroneamente per Americano, cercò di far intervenire il Ministero della Cultura perché facesse causa alla Walt Disney, ma senza successo.
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