Vince Trump e vince Musk. Ora occhi puntati sul futuro governo americano. Un elegante smoking e magliette con graffiti più cappellino da baseball. Elon Musk ama stupire e primeggiare. In smoking va alle serate di gala, con maglietta e cappellino saltella e parla ai comizi di Donald Trump.
È ricco, ricchissimo, molto più del nuovo presidente in pectore degli Stati Uniti. Anzi, è l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di circa 300 miliardi di dollari. Ironia della sorte per le dure campagne anti migranti di Trump, Musk è un immigrato: è nato in Sudafrica e naturalizzato americano. E negli Stati Uniti ha fatto fortuna grazie alle innovative aziende da lui fondate: Tesla (auto elettriche), Space X (astronavi), Starlink (satelliti per Internet che ruotano attorno alla Terra), X ex Twitter (una rete sociale di Internet).
Lo scorso 5 novembre vince Trump alle elezioni per il nuovo presidente americano ma l’aiuto di Musk è fondamentale. Il repubblicano Trump vince la sfida elettorale contro la democratica Kamala Harris per il ritorno alla Casa Bianca e il super imprenditore digitale guadagna in un solo giorno oltre 20 miliardi in Borsa: il mercato premia la sua campagna elettorale vincente in favore di “the Donald”.
Musk è interessato a mietere profitti, i più alti possibili. È poco interessato se Trump il 6 gennaio 2021 abbia incitato i suoi sostenitori più estremisti ad assalire il Congresso per impedire l’insediamento di Joe Biden dopo il successo elettorale sfiorando il colpo di Stato (ripeteva contro i democratici: «Elezioni rubate»).
Certamente è un geniale imprenditore nell’alta tecnologia, sogna persino di colonizzare Marte. Il presidente eletto lo loda appena annuncia la sua vittoria: «È nata una stella…Un super genio, va protetto. Ne abbiamo pochi». Per Musk si prepara un posto di rilievo nella nuova amministrazione repubblicana che nascerà nel gennaio 2025. Trump mesi fa aveva annunciato il progetto di affidare a Musk una “commissione per l’efficienza del governo”. L’idea, accettata dal fondatore di Tesla e di Space X, era di fornire «raccomandazioni per riforme drastiche».
Probabilmente ora i dipendenti federali statunitensi non dormiranno più sonni tranquilli la notte. La revisione dell’organizzazione degli uffici pubblici potrebbe comportare massicci licenziamenti. Il proprietario e amministratore delegato di Tesla e Space X è un capitalista d’assalto dell’era digitale: bada solo al profitto, non ha una visione sociale delle aziende. Dopo aver comprato Twitter, poi ribattezzata X, vara licenziamenti di massa per tagliare i costi e fare utili. Non sente ragioni.
Vince Trump. Potrebbe accadere lo stesso anche ai vari ministeri ed enti federali degli Stati Uniti. Salvo sorprese, la scure potrebbe cadere anche sulla Nasa (l’ente spaziale) e il Pentagono (il dicastero della Difesa). In questo caso si potrebbero aprire due problemi enormi: 1) i funzionari nuovi assunti dopo gli eventuali licenziamenti potrebbero essere tutti politicamente allineati con Trump, 2) la Nasa e il Pentagono già adesso sono due ottimi clienti per Musk, ma se l’imprenditore nato in Sudafrica ne acquisisse in qualche modo il controllo sorgerebbe un gigantesco conflitto d’interessi tra quelli privati (da venditore di attrezzature e di servizi) e quelli pubblici (di indirizzo o di verifica dell’operato).
Musk cerca affari in tutto il mondo, anche in Italia. È in forte sintonia con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi negli incontri a Roma e a New York. Con l’Italia ci potrebbero essere in ballo due affari: 1) la copertura di Internet veloce della Penisola grazie alla rete dei satelliti Starlink, 2) la costruzione di una fabbrica di auto elettriche Tesla. La presidente del Consiglio sente al telefono Musk, si congratula per il successo elettorale: «Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un’importante risorsa per gli Stati Uniti e per l’Italia».
Musk è un visionario. Lavora alle auto volanti, all’intelligenza artificiale e a portare l’uomo su Marte, il pianeta rosso del nostro sistema solare. Assicura: «Il futuro sarà fantastico». Ma alle volte anche a lui sorgono dubbi. Sembra che abbia domandato al suo futuro biografo: «Secondo te sono pazzo?».