Iran. Niente mobilitazione
per Ahmadi. Perché?

Ahmadi, Parastoo Ahmadi

Parastoo Ahmadi

È stata scarcerata, la cantante iraniana Parastoo Ahmadi. Ora si dovrà vedere se la dichiareranno mentalmente instabile come la ragazza che settimane fa, all’università di Teheran, all’ordine di mettere meglio il velo, si era spogliata.

Ahmadi ha osato cantare ed esibirsi pubblicamente senza indossare il velo. Ha osato rivendicare, nel modo più semplice e insieme sovversivo, la sua libertà di essere donna, libera, autonoma: mostrando il viso non nascosto, e cantando: note che pur dolenti sono un inno alla libertà e alla liberazione. Inizialmente arrestata assieme ai suoi compagni di concerto, ora rilasciata, vedremo gli sviluppi.

Quello che non abbiamo visto: nessuna campagna di solidarietà nei confronti di Ahmadi. Giorgia Meloni non ha dato disposizione che il ministro degli Esteri esprima all’ambasciatore iraniano in Italia il dissenso suo e del Governo, per questi arresti. Elly Schlein non si è attivata per organizzare presidi, picchetti, manifestazioni in favore di Ahmadi e dei suoi compagni.

Antonio Tajani e Giorgia Meloni

I leader delle opposizioni non hanno sollecitato il Governo a intraprendere tutte le azioni possibili perché Ahmadi e i suoi compagni siano liberati. I sindacati non hanno inserito, nelle piattaforme rivendicative dei prossimi scioperi anche un punto che chiede la libertà e il rispetto dei diritti civili e umani in Iran.

I sindaci delle città italiane non hanno predisposto manifesti da affiggere nei municipi, con i quali si chiede libertà per tutte le donne perseguitate in Iran. Non si sono organizzate mobilitazioni in favore delle donne iraniane da parte di tutte le organizzazioni e i movimenti i diritti civili, a cominciare da Amnesty International. Editorialisti, commentatori, opinionisti, non hanno offerto ai loro giornali e direttori articoli, appelli, dichiarazioni a sostegno delle donne iraniane.

Non abbiamo rivendicato il diritto alla libertà e alla democrazia per il popolo iraniano oppresso da anni da un regime teocratico di tagliagole: l’inalienabile diritto di tutti e di ciascuno di essere liberi di cantare, di esibire il proprio corpo come si crede; insomma, di essere liberi di sognare e determinare il proprio futuro e destino. Non è accaduto nulla di tutto ciò.