Salvo improbabili sorprese, in primavera Alitalia passerà a Lufthansa. La trattativa sarebbe a un passo dalla conclusione, al punto che un’agenzia di stampa specializzata come Avionews indica già il probabile amministratore delegato della nuova Alitalia: Michael Kraus, manager «molto stimato dal capo negoziatore della compagnia tedesca, Joerf Eberard». Kraus, che ha gestito per 11 anni Air Dolomiti ed è stato ad di Lufthansa Italia, «parla perfettamente la nostra lingua e conosce molto bene il mercato italiano». Insomma, come anticipato l’11 dicembre scorso da Sfogliaroma, l’intesa di massima «sembra cosa fatta». Ma prima di sedersi attorno a un tavolo per chiudere la trattativa e firmare i negoziatori italiani e quelli tedeschi «preferiscono aspettare le elezioni del 4 marzo».
Anche per il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, che cita «fonti interne al vertice» della compagnia di Colonia, l’affare si farà, perché «dopo l’uscita dalla partita per l’acquisto della compagnia aerea austriaca Niki, Alitalia è diventata per Lufthansa un importante obiettivo strategico». Nei suoi piani c’è una ‘New Alitalia’ con 6.000 dipendenti e una flotta di 90 aerei. L’intesa con il governo di Roma prevede la creazione di un’altra bad company in modo da permettere ai tedeschi di prendere soltanto il ramo volo (aviation). Ma, dal momento che l’Alitalia diventerebbe una compagnia regionale sussidiaria di Lufthansa, sarebbe inevitabile una riduzione degli slot (le finestre di decollo e atterraggio) e del personale di volo. Prendendo solo la parte aviation i tedeschi si libererebbero subito degli oltre 3 mila dipendenti dell’handling, per i quali sono in corso altre trattative.
Handelsblatt indica poi quelli che secondo le indiscrezioni fatte filtrare da Colonia sarebbero gli ultimi nodi da sciogliere: la restituzione dei 900 milioni di prestito ponte concesso dal governo italiano e il numero degli esuberi. I tedeschi sarebbero disposti a pagare circa 300 milioni, un terzo, e prenderebbero Alitalia senza debiti (né verso lo Stato, che è creditore privilegiato, né verso gli altri creditori).
Lufthansa sarebbe inoltre molto ferma nel chiedere almeno 2 mila esuberi per il settore volo.
Nulla di nuovo. Ma, come aveva scritto Sfogliaroma, i 900 milioni del prestito sono ancora quasi intatti, perché, grazie al lavoro dei commissari straordinari (Gubitosi, Paleari e Laghi) che hanno rinegoziato decine di contratti, Alitalia ha smesso di bruciare cassa. Quanto ai dipendenti da tagliare, il governo italiano avrebbe già ottenuto uno sconto di 500 unità. Ma 1.500 esuberi in piena campagna elettorale rappresenterebbero comunque un rischio troppo grande per Renzi. La notizia scatenerebbe le opposizioni alla vigilia di elezioni in cui il Pd si gioca tutto. Sarebbe un regalo per il M5S e per il centrodestra che potrebbero cavalcare i tagli all’occupazione, per non parlare di Liberi e Uguali che avrebbe l’appoggio incondizionato della Cgil.
Intanto i commissari continuano a sostituire dirigenti. A fine gennaio dovrebbero lasciare l’azienda personaggi chiave come Tatiana Bonito (direzione personale), Antonio Saetta (direttore finanza e strategie) e Laura Cavatorta (responsabile Customer Service). Difficile immaginare che un’operazione del genere non risponda alle esigenze del nuovo acquirente. Lufthansa. Appunto.