Un occhio agli immigrati e uno ai ballottaggi per le comunali del 24 giugno. Anzi, due occhi ben aperti verso le elezioni europee della primavera 2019. Matteo Salvini si scatena. Sui migranti è entrato in rotta di collisione con Tunisia, Malta, Spagna e Francia. Lo scontro è stato rovente soprattutto con Parigi, tradizionale alleata dell’Italia: «La Francia ci dice che siamo cinici ma dal 1 gennaio al 31 maggio ha respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili». Il ministro dell’Interno, parlando al Senato mercoledì 13 giugno, ha assunto anche i panni di ministro degli Esteri e, un po’, anche quelli di presidente del Consiglio: «Spero che arriveranno le scuse della Francia. Non abbiamo niente da imparare da nessuno in termini di solidarietà».
A far partire il corpo a corpo è stato Emmanuel Macron. Al leader della destra sovranista e nazionalista italiana non è andata giù l’accusa di «cinismo e irresponsabilità», lanciata dal presidente della Repubblica francese contro la sua decisione di rifiutare l’approdo alla motonave Aquarius (decisione “vomitevole” per il partito di Macron), con 629 migranti a bordo provenienti dalla Libia (alla fine il porto spagnolo di Valencia ha accolto l’imbarcazione, evitando pericolose conseguenze umane e diplomatiche). Sotto accusa è la decisione del ministro dell’Interno italiano di respingere le navi delle organizzazioni umanitarie internazionali mentre quelle militari continuano a salvare profughi e immigrati economici.
Dal capo dello Stato francese, però, non sono arrivate le scuse e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo molte incertezze, ha considerato “il caso chiuso” così venerdì 15 giugno ha incontrato a Parigi Macron come da calendario.
Tutti i contrasti sembravano rientrati. Tra Macron e Conte è scattata la convergenza. Il presidente francese ha solidarizzato con l’Italia sia sulle modifiche per l’euro sia sull’impegno comune sui migranti: «Desidero che Italia e Francia lavorino mano nella mano insieme con la Spagna, la Germania e gli altri partner. La risposta giusta è europea ma quella attuale è inadeguata». Conte ha apprezzato e ha messo sul tavolo la proposta di creare dei “centri di protezione europei” nei paesi africani (non solo in Libia, ma anche in quelli sahariani come il Niger) per chiudere “la rotta del Mediterraneo” e salvare la vita ai migranti.
Poi, a sorpresa, è ripartito il furibondo scontro. Macron al presidente del Consiglio italiano ha riservato strette di mano e sorrisi all’Eliseo, mentre al suo vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno ha destinato un nuovo attacco da bomba atomica: l’”asse” ipotizzato tra i ministri dell’Interno di Roma, Vienna e Berlino sui migranti «riporta a un triste passato». Il riferimento è stato allo sciagurato “asse Roma-Berlino” realizzato da Benito Mussolini e Adolf Hitler. La replica di Salvini ha rilanciato lo scontro: «Non prendo lezioni dalla Francia» e «abbiamo finito di fare gli zerbini».
La sfida di Macron a Salvini ha un motivo preciso: anche lui pensa alle elezioni europee dell’anno prossimo. In casa, in Francia, ha una temibile antagonista da battere: Marine Le Pen, euroscettica, sovranista e nazionalista come il vice presidente del Consiglio italiano, ministro dell’Interno e segretario della Lega.
Macron lo scorso anno riuscì a sconfiggere la presidente del Front National, amica e alleata di Salvini, nel ballottaggio per le elezioni presidenziali così salvò l’euro e la stessa vita della Unione europea. Adesso vuole replicare quel successo nel voto per il Parlamento europeo ergendosi a campione dell’europeismo contro Salvini, divenuto alfiere del sovranismo. Non sarà facile. I consensi popolari verso il presidente della Repubblica sono in calo per il duro piano di riforme diretto a modernizzare e a rendere più competitiva la Francia.
Non solo. Macron è contestato anche all’interno di En Marche! (In Marcia!), il partito di centro-sinistra da lui fondato dopo aver lasciato il Partito socialista francese. La deputata Sonia Krimi ha accusato il presidente della Repubblica di rimanere in silenzio sui migranti e di praticare «la politica dello struzzo».
Il 28 e 29 giugno si riunirà il Consiglio europeo per cruciali decisioni sull’mmigrazione e sull’euro. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha recitato il ‘mea cupa’: gli italiani sono stati lasciati “soli” sui migranti. Il capo dello Stato francese cerca alleati in Europa. Punta all’intesa anche con il presidente del Consiglio italiano, il cinquestelle Conte, mentre il suo vice presidente del Consiglio leghista sarà certamente un avversario. Giuseppe Conte e Matteo Salvini, così vicini sui banchi del governo alla Camera, sono sempre più lontani su come cambiare l’Unione europea.